Gli ultimi anni sono stati segnati da una crescente attenzione all’Artico da parte di attori non regionali. I vantaggi logistici, le riserve di risorse e la crescente importanza geopolitica della regione nel lungo termine rendono necessaria una cooperazione con gli Stati artici da parte di tutti quei Paesi che dispongono di una grande flotta mercantile e aspirano a un ruolo di leadership regionale. In particolare, nel 2025, l’interesse per l’Artico in generale e per la cooperazione con la Russia è aumentato significativamente in Corea del Sud.
Le ambizioni artiche della Corea del Sud
L’interesse della Corea del Sud per la regione artica è motivato non solo dal possesso di una flotta mercantile altamente sviluppata, ma anche dalla particolare situazione geopolitica della penisola coreana, che di fatto esclude un collegamento terrestre diretto con la terraferma. Il suo grado di dipendenza dal commercio estero si attesta infatti intorno al 90%, mentre la quota del trasporto marittimo nel volume complessivo degli scambi commerciali raggiunge circa il 99%.
Inoltre, rispetto ad altri paesi asiatici, la Corea del Sud si trova in una posizione geografica relativamente vicina alle rotte della Northern Sea Route, le quali attraversano tratti del mare territoriale della Russia. Questo elemento rafforza l’interesse strategico e a lungo termine del Paese per una collaborazione stabile con Mosca, indipendentemente dall’attuale contesto geopolitico internazionale.
Seul ha sviluppato gradualmente e in modo sistematico la propria posizione nell’Artico, passando dalla ricerca scientifica nelle isole Svalbard all’adozione di piani e progetti specifici negli anni 2010 e 2020. L’attenzione istituzionale sull’Artico ha conosciuto un nuovo slancio durante le campagne presidenziali del maggio 2025. In quell’occasione, le dichiarazioni del candidato alla presidenza Lee Jae-myung hanno evidenziato l’importanza delle catene logistiche nell’Estremo Nord come leva strategica per contrastare la stagnazione economica, in particolare nelle aree costiere affacciate sul Mar del Giappone. A tali dichiarazioni programmatiche hanno fatto seguito azioni più concrete volte a rafforzare la presenza sudcoreana nelle regioni artiche.
Nel luglio dello stesso anno, il Ministro degli Oceani e della Pesca, Jung Jae-su, ha indicato la prospettiva di una “rotta artica” come uno dei motivi principali alla base della decisione di trasferire la sede del Ministero da Seul a Busan. Jung ha sottolineato che il dicastero da lui guidato dovrebbe trasformarsi in un vero e proprio “ministero rompighiaccio” e nel “portavoce della rotta della Northern Sea Route”, capace di “aprire un varco tra i ghiacci dell’Artico”.

Il Ministro ha inoltre evidenziato che gli Stati Uniti e la Cina, le due principali potenze economiche globali, stanno già cercando di affermare la propria influenza nell’Artico, e che la Corea del Sud “non può permettersi” di restare indietro in questa competizione strategica.
Primi passi
L’implementazione del vettore artico si concretizza anche attraverso la partecipazione pubblica di rappresentanti sudcoreani a eventi organizzati dalla Federazione Russa. In tal senso, durante il Forum Economico Orientale del 2025, Il presidente della Korea Arctic Shipping Association (KASA) ha redatto un rapporto. Questo episodio risulta particolarmente significativo, considerando che i principali forum russi dedicati alle tematiche artiche, dopo il deterioramento delle relazioni internazionali nel 2022, si sono svolti con una partecipazione straniera fortemente ridotta.
Seul sta già valutando misure concrete per l’avvio di una partnership operativa con Mosca nel breve periodo. In particolare, la Corea del Sud ha annunciato l’intenzione di istituire un gruppo di lavoro intergovernativo, incaricato di coordinare le agenzie competenti nella definizione di una tabella di marcia per la partecipazione del Paese alla navigazione lungo la Northern Sea Route.

L’industria cantieristica sudcoreana rappresenta inoltre un ambito particolarmente promettente per l’ampliamento della cooperazione economica bilaterale, soprattutto alla luce dell’elevata domanda di navi rompighiaccio da parte della Russia. Già a partire dal 2010, Seul si è affermata come polo tecnologico d’eccellenza nella progettazione e costruzione di imbarcazioni di classe ghiaccio. Una quota significativa della flotta specializzata, costituita da petroliere e navi per il trasporto di gas naturale liquefatto (GNL), inclusi progetti commissionati dalla Russia, è stata infatti realizzata da grandi gruppi industriali sudcoreani.
Ostacoli alla cooperazione bilaterale
Nonostante lo sviluppo pubblico dei contatti bilaterali, la costruzione di una cooperazione più strutturata e sistemica risulta complessa. Attualmente, la Corea del Sud figura nella lista dei paesi considerati ostili dalla Federazione Russa. Di conseguenza, una revisione dell’agenda di cooperazione più ampia richiederà non solo esempi concreti di collaborazione a lungo termine, ma anche un adeguamento delle politiche sanzionatorie e un interesse tangibile da parte di Seul, in particolare nei confronti dei progetti artici promossi da Mosca.
Dal punto di vista sudcoreano, una possibile fonte di tensione nel partenariato a lungo termine è rappresentata dal rafforzamento delle relazioni tra Russia e Corea del Nord. Al tempo stesso, dal lato russo, la politica della Corea del Sud in materia di esportazione di armi e munizioni costituisce un ulteriore nodo critico nelle relazioni bilaterali, attirando ripetute critiche da parte di Mosca.
In particolare, la fornitura indiretta di armamenti agli Stati Uniti e ai Paesi europei facilita – seppur indirettamente – il supporto militare all’Ucraina. Considerando la rilevanza strategica del settore della difesa nell’economia interna sudcoreana, unita a una certa convergenza politica con le posizioni statunitensi, appare poco probabile un cambiamento significativo dell’approccio di Seul in questa direzione. Questo elemento continuerà quindi a rappresentare un fattore di freno nel rafforzamento delle relazioni russo-coreane.

Prospettive e limiti
Da un lato, le prospettive di una cooperazione sistemica tra Russia e Corea del Sud nell’Artico appaiono limitate nel breve periodo. Dall’altro lato, tuttavia, i primi segnali di apertura da parte della Corea del Sud nei confronti della Russia indicano che Seul riconosce le potenzialità di una collaborazione a lungo termine, specialmente in un contesto futuro caratterizzato da un eventuale allentamento del regime sanzionatorio.
Nonostante la presenza di altre opportunità di cooperazione artica, in particolare con gli Stati dell’Europa settentrionale, la Russia continua a rappresentare per Seul il partner più interessante sotto il profilo strategico ed economico.
Le recenti iniziative sudcoreane potrebbero inoltre fungere da precedente simbolico e da segnale politico per altri Paesi attualmente inclusi nella lista dei cosiddetti “ostili alla Russia”, ma interessati a ristabilire legami economici attraverso la cooperazione nel settore della navigazione marittima artica.
Roman Zhilin