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Windsled2025, la lunga traversata

© Osservatorio Artico

Il diario di bordo di Antonio Mangia, impegnato nella traversata della Groenlandia utilizzando Windsled, la rivoluzionaria slitta a vento ideata da Ramon Larramendi.

Velocità record

31 Maggio, 22:30

Inizio navigazione, 07:30: Da Whisky Point (73°21’29”N – 47°54’18”W 2500mslm) a Whisky 250 (73°51’40”N 40°25’55”W; 3023 mslm)

Siamo partiti con vento ovest 15 km/h, che poi ha cambiato a ovest-nord ovest ed è aumentato sino a 35km/h; visibilità media, con momenti di scarsa visibilità; siamo sempre nel fronte di nevischio, che peggiorerà in burrasca. La temperatura va scendendo, da -9 sino ad arrivare a -13.5°. Siamo partiti e arrivati con il kite da 60 mq, il preferito di Ramon.

windsled kite
© Osservatorio Artico

Oggi la navigazione è stata più intensa: il vento è andato aumentando, ed il kite si è rivelato un po’ sovradimensionato. Soprattutto le ultime ore, spesso ci siamo ritrovati ad andare a lungo oltre i 30 km/h, che sulla neve congelata, piena di sastrugi, è abbastanza duro: prendiamo botte continuamente, all’interno della tenda niente rimane al suo posto, anche se si riesce a mantenere il fornello acceso per garantirsi un po’ di calore dopo il turno, che è piuttosto freddo. Arriviamo a sfiorare i 40 km/h, anche se preferiremmo di no: il rischio è di prendere botte troppo forti che possono danneggiare la slitta o…noi!

Anche l’ipotesi di cambiare kite non è proprio a portata di mano: metterlo a terra con questo vento significa rischiare di danneggiarlo, o per lo meno ingarbugliarlo tanto che ci possono volere ore per sbrogliare i nodi. Proviamo ad aspettare che il vento diminuisca. Cosa che non accade: dovremo mettere a terra il kite con un vento ancora più forte, e infatti si ingarbuglierà un bel po’, come potete vedere nel video.

Condurre con questo vento è un po’ stressante, anche se divertente, e vedere i km scorrere sul gps ci entusiasma. Fare 241 km in nove ore non è comune: brindiamo di nuovo con il whisky.

Vivere sul Windsled

5 giugno, 9:38

Partiti da Lupiona Point N 72°21’05” W31°52’53”; 2805 mslm Ore 5:30; arrivati a Jun5 Point N72°17’20’’ – W31°40’28’’; 2765 mslm;

Le cose da raccontare in questi giorni si sono accumulate, ma non c’era molto tempo per scrivere: i turni sono stati continui, per approfittare del vento abbiamo viaggiato anche durante il giorno (che per noi sarebbe la notte…), sballando di nuovo il ritmo sonno veglia, e le cose da fare sulla slitta non finiscono mai: sciogliere la neve per ottenere acqua, a raccogliere i campioni di neve per la ricerca, spalare la neve attorno la slitta, cucinare e mantenere la cambusa in ordine, sistemare i kite, controllare che i cordini che tengono unita la slitta non siano rotti e sostituirli nel caso lo siano.

Quando ci fermiamo dobbiamo preparare la slitta in modalità “abitativa”, quando ripartiamo la dobbiamo preparare alla navigazione. Abbiamo anche i nostri momenti di riposo, ma sono, appunto, di riposo. E poi ci sono le discussioni con Ramon, soprattutto a colazione, che ci godiamo parlando di storia e poca (a causa del rischio discussioni infinite, passione di Ramon) attualità, le avventure vissute da tutti e tre (Ramon ovviamente ne ha più di tutti) e soprattutto di piani per la navigazione: che kite montare, come sarà il vento, cosa accade se arriviamo qui o lì, migliorie alla slitta, etc.

chill in - chill out windsled
© Osservatorio Artico

Scrivere dal sacco a pelo non è poi molto comodo: tra tutte le cose che mi mancano qui, non immaginavo che avrei avuto nostalgia di una sedia e un tavolino. E poi siamo tre persone che vivono in quattro metri quadrati: mantenere l’ordine è un lavoro… soprattutto per me. Chi mi conosce, sa della mia tendenza ad “esplodere” i miei bagagli. Che sono pochi, ma sufficienti a creare caos totale nel mio metro quadro di spazio personale.

Record mondiale!

In questi giorni abbiamo navigato tantissimo, in totale abbiamo percorso la bellezza di circa 692 km, riuscendo ad attraversare la Groenlandia da Ovest ad Est in 6 giorni: è il record mondiale! Quello precedente è di 9 giorni e 19 ore. Ramon non ne vuole sapere di contattare il Guinness dei Primati: troppa burocrazia, dice, e criteri complicati a cui rispondere… E sono d’accordo.

Presentiamo il Kite da 100 mq nuovo. Lanciato, si crea subito un nodo sull’orecchia e dobbiamo rimetterlo giù. Lo rimettiamo in aria, prende una potente (e inaspettata) corrente in alta quota e la slitta parte a 30km/h.

Per “lanciare” il kite una o due persone, a seconda delle condizioni, devono andare alla fine delle linee (le corde che tengono il kite legato alla slitta). Il kite è a 250 metri dalla slitta: il che significa che poi, visto che la slitta prende la direzione del vento, a volte dobbiamo fare delle corse a perdifiato per raggiungerla e saltarci su in corsa.

Io e Ramon ci lanciamo sulla slitta con qualche difficoltà, vista la velocità, e gli do una palata in testa, per fortuna senza conseguenze. Però ci dobbiamo fermare subito perché la velocità fa cadere il GPS, che dobbiamo andare a recuperare. Vista la velocità eccessiva, decidiamo di montare il kite da 60 mq, che però si rivela insufficiente: quella che ci ha fatto muovere a 30km/h era solo una raffica momentanea.

percorso 1 e 2 windsled
Il percorso compiuto da Antonio, Ramon e JJ. © Osservatorio Artico

Ci sono – 26 gradi, ma non si sentono tanto per fortuna. Anzi, dopo qualche ora il sole che abbiamo di fronte ci scalda tanto da farci sentire caldo, e siamo anche riparati dal vento dalla slitta. In breve i vestiti ultracaldi che ci eravamo messi diventano caldissimi, siamo tutti sudati.

Cambiamo di nuovo a 100 mq, ma il vento continua ad essere molto debole, e alle 9:38, dopo 4 ore di sali-scendi-monta-smonta-corri-cambia kite, alla fenomenale velocità di 3 km/h, decidiamo di accettare che non avanzeremo granché. Oggi ho fatto il mio primo atterraggio di kite, oltre che il mio primo turno da solo alla conduzione, e ho perso uno dei miei scaldacollo. Abbiamo percorso faticosi 9.86 km, e abbiamo concluso la prima parte della spedizione. Ora dobbiamo tornare indietro, che sarà più difficile: i venti non saranno così clementi.

Sulla via del ritorno

8-9 giugno

Partiti da “Jun8” N71°46’86” W35°28’43”; 3068 mslm, ore 03:02. Arrivati a “Plateau”, N70°35’26’’ W36°°53’55’’: 3128mslm, ore 10:15

Temperatura tra i -10 (all’arrivo) e i -24, alla partenza. Rotta media 128°

Continuiamo a risalire il vento: usiamo la tecnica del tiro laterale. Proverò nel prossimo posto, con la mia “famosa” capacità di disegnare, ad illustrarlo. La penna è congelata, non riesco a disegnare ora.

Le linee che tengono il kite attaccato alla slitta vengono spostate sul binario sopravento, che subisce tutta la tensione del kite, tirando la slitta in maniera asimmetrica; in più dal lato opposto viene messa una cima da ormeggio, sotto il binario, fungendo da freno: la slitta gira continuamente nella direzione che vogliamo (più o meno).

Questo però comporta un grande stress per la slitta: ogni giorno abbiamo dovuto riparare pezzi di slitta, che per la tensione si “apre”. Soprattutto si rompono i cordini che tengono legate le traverse (le assi di legno che uniscono i binari). E anche gestire il kite diventa più faticoso, soprattutto se c’è vento forte. Il primo giorno, a volte ci siamo dovuti aiutare a tirare le linee perché da soli non si riusciva a manovrare.

windsled kite
© Osservatorio Artico

Inoltre, la partenza non si può effettuare in questa posizione: il che significa che dobbiamo mettere la slitta nella direzione corretta manualmente.

Considerando che il vento in questi giorni veniva da NNW, e noi siamo riusciti a strappare una direzione SW, siamo andati tra il traverso e la bolina: un risultato fantastico. Questa tecnica Ramon non la usava da anni, perché ancora non ha voluto utilizzarla con slitte più grandi (negli ultimi anni ha usato appunto slitte più grandi, con equipaggio più numeroso), per il problema dello stress enorme che si impone alla slitta. Ma ci riproverà, perché questa tecnica ci ha permesso di uscire da una zona di vento sfavorevole che avrebbe potuto durare molti giorni.

Siamo sul versante est della enorme montagna di ghiaccio che è l’inlandsis, ed è la zona più fredda. Siamo anche in altitudine, tra i 2700 e i 3100. C’è stato freddo. L’altitudine ci fa anche stancare abbastanza velocemente: le corse che faccio per raggiungere la slitta dopo aver alzato il kite (tocca sempre a me, il principiante eheh) sono… intense. Notti di navigazione a -25, con il terreno troppo accidentato per tenere acceso il fornello dentro la tenda, dove la temperatura scendeva a -18, -20. Alla guida non si sente troppo freddo, grazie allo sforzo continuo.

Dentro la tenda mi metto nel sacco a pelo, anche se non posso infilarmi del tutto, perché dobbiamo sempre essere pronti ad uscire in caso di problema. Ma aggiustare i nodi, e soprattutto gestire il kite a terra (per farlo partire o recuperarlo o cambiarlo) è una sofferenza per le mani, che spesso per disfare i piccoli nodi che si creano devono lavorare senza guanti.

Ramon ha una sopportazione al freddo surreale: a -25 gradi esce con una maglia termica, una felpa di pile normale, e un piumino 100 grammi. Basta. Io ho due maglie di lana, maglione di lana, gilet di piuma sintetica, piumino, spesso anche il guscio anti vento. Ha dei pantaloni molto caldi, ai quali attribuisce la sua resistenza: “se copro abbastanza le gambe non sento freddo nel resto del corpo”, dice. Persino JJ, Groenlandese doc, con una resistenza genetica al freddo, ed una certa stazza che sicuramente aiuta, si veste molto più pesante di lui.

Abbiamo percorso 949,85 km in 10 giorni, siamo sulla via del ritorno.

windsled scia 2025
© Osservatorio Artico

Antonio Mangia

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