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“Scompartimento n. 6” e la vita sui treni russi

È stato distribuito nelle sale cinematografiche questo dicembre il film di produzione russo-finlandese “Scompartimento n. 6 – In viaggio con il destino” diretto da Juho Kuosmanen e ambientato bella Russia degli anni ’90.

Una storia di alcool e ghiaccio

“La Russia non è solo San Pietroburgo e Mosca!”. Quante volte lo abbiamo sentito dire. Ed è vero: le due capitali, pur bellissime, non sono per niente rappresentative della vita nella provincia russa, cioè della quotidianità che vive il 90% della popolazione.

Con i suoi territori smisurati e le grandi distanze che separano le città, in Russia si viaggia soprattutto in treno, e – tranne una breve tratta fra San Pietroburgo e Mosca – non esiste l’alta velocità. Il tempo in treno si dilata come se fosse una vita a sé e lascia spazio alla riflessione, al dialogo, a nuove amicizie inaspettate.

scompartimento numero 6

È questa la storia di Laura (Seidi Haarla), che inconsapevolmente fugge da una compagna (donna, per la sorpresa degli spettatori abituati alle politiche cinematografiche russe) che non condivide nulla con lei. A Mosca, Laura sale sul treno per Murmansk, città portuale sopra il Circolo Polare Artico, portando con sé la sua videocamera e la ferma convinzione a vedere i petroglifi – disegni di epoca preistorica – che tanto l’appassionano in qualità di aspirante archeologa.

Nello scompartimento che dovrà abitare per alcuni giorni, Laura trova Ljoha (Jurij Borisov), il suo compagno di viaggio per cui prova da subito un’istintiva antipatia. Lei, finlandese, abituata all’ordine e con una meta ben definita. Lui, russo, si sbronza e dorme sul pavimento, è diretto a Murmansk per andare a lavorare in miniera. Fra i due nascerà un rapporto indefinibile, fra amore e odio ma che non si può descrivere a chi non abbia mai conosciuto l’animo russo e goduto del privilegio di farsene amico pian piano.

Vita di scompartimento

L’empatia è il tema centrale intorno a cui si muovono tutte le scene e i personaggi, ed è un sentimento tanto più forte se si mette in contrasto con la natura fredda e ostile fuori dai finestrini, con cui i protagonisti si devono continuamente confrontare nelle tappe del viaggio.

Il film è un viaggio nel tempo e nello spazio. Ambientato negli anni Novanta, presenta scene che potrebbero benissimo svolgersi oggi, per la familiarità degli ambienti e delle situazioni. Alle fermate del treno corrisponde l’entrata in scena di diversi personaggi collaterali con le loro storie e le loro vite che si intrecciano, dal bambino piccolo che piange disperato alle vecchie che vendono sottaceti sulle banchine. 

Un film russo, russo, russo in cui si incontrano la vita dura e fredda dei paesaggi artici e subartici con la filosofia e l’anima profondamente calda e ospitale di questo popolo. La Russia si vive e si impara soprattutto in treno, dove i servizi sono ridotti all’osso e non c’è limitazione dello spazio personale. Tutto è in comune e talmente in comune che le vite delle persone si mischiano e si mettono a nudo il loro vero carattere, le loro storie e i loro sentimenti più intimi.

Metafora e realtà

Anche se poi “siamo comunque tutti soli” come dice un personaggio del film, e schiacciati da questa dualità e polarità che non trova soluzione, in un’apoteosi della domanda sul senso della vita umana. Il tutto accade in treno: abbondanti tazze di thé caldo in compagnia, serate imbevute di samogon (vodka fatta in casa), tute adidas come da stereotipo – che comunque sono davvero il simbolo di una certa fascia sociale nelle periferie russe.

Il treno in Russia diventa un microcosmo in cui si instaura un’intimità surreale e nascono amicizie da conoscenze molto brevi, proprio per via dello spazio e del tempo limitato. In questa cornice, l’alcool funge da collante e da catalizzatore per i pensieri e le parole. Porta i protagonisti ad avvicinarsi, ma attenzione, questo non è solo un film: certe dinamiche riportate sono un vero spaccato di vita quotidiana, e siamo sicuri che da qualche parte in questo momento in Russia qualcuno sta facendo amicizia come i protagonisti.

treno russia

I russi sembrano sempre tristi e attirati da posti lontani e regioni sconosciute: e non perché amino mete esotiche o turistiche ma perché la strada e il suo svolgersi lento regalano all’anima del viaggiatore assopito una percezione diversa delle cose e dei propri pensieri, mentre i paesaggi che cambiano, da multicolore a grigio e bianco sono l’immagine del tempo che scorre”.

Se volete conoscere la Russia, viaggiate in treno. E non in treno d’estate sulla transiberiana in prima classe con gli amici: viaggiate da Nord a Sud, da Mosca o da Kazan a Murmansk o Archangelsk, in seconda o terza classe, ascoltate le storie della gente, preparatevi a raccontare le vostre. Sotto la maschera di ghiaccio dei russi ci sono sorrisi e abbracci così calorosi che noi europei neanche immaginiamo.

Viaggio al circolo polare artico

Oggi per arrivare a Murmansk da Mosca ci vuole circa un giorno e mezzo di treno, e i costi vanno dai 4.000 rubli (circa 50 euro) per la terza classe (in cui carrozze pullman sono allestite con cuccette e si dorme tutti nello stesso ambiente) a 12.000 rubli (145 euro circa) per la seconda classe, in cui si viaggia – come i protagonisti del film – in massimo 4 persone per scompartimento, e si gode di un po’ più di privacy.

Scompartimento n. 6 è stato girato dal 12 febbraio al 25 marzo 2020 utilizzando come ambientazione principale un treno in servizio che serve la regione di Leningrado. Il film è tratto dal romanzo del 2011 Scompartimento n. 6 di Rosa Liksom, edito in Italia da Iperborea, presentato in concorso al 74º Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria. Oggi si può vedere in poche sale di nicchia in Italia mentre si trova facilmente in streaming online in russo.

Corinna Ramognino

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Corinna Ramognino
Studio lingua, letteratura e storia russa presso l'Università di Genova. Grazie a un background di studi traduttologici e ad alcune esperienze sul territorio ho imparato ad approcciarmi in maniera critica allo studio della cultura russa, che cerco di trasmettere nei miei articoli

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