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SOS Arctic 2024, le origini del Windsled

Il racconto di viaggio di Enrico Gianoli dalla spedizione SOS Arctic 2024, del 27 maggio 2024. Osservatorio Artico è Media Partner ufficiale della spedizione.

Il racconto di Ramón

Altitudine: 2250,12 m    N 69° 48′ 5.04″    W 45° 13′ 28.398″.  Qui la nostra posizione esatta!

Spesso, dopo una lunga giornata di navigazione, la cena diventa un attimo di condivisione in cui ci si racconta e ci si conosce meglio. Proprio in una di queste occasioni, qualche giorno fa, Ramon mi ha raccontato di come si avvicinò all’esplorazione polare.

Nato a Madrid in una famiglia i cui interessi erano ben lontani dal mondo dell’attività outdoor e della natura, la passione di Ramon per l’Artico inizia già da bambino grazie a un libro, incontrato per caso nella libreria di casa, che descriveva questo mondo alieno, tanto diverso dall’ambiente cittadino che aveva intorno.

Non appena maggiorenne, parte per quella che è a tutti gli effetti la sua prima spedizione: la traversata a sci dell’Islanda. Un anno dopo, vinto un premio spagnolo di avventura e ottenuti in questo modo i fondi necessari, tenta con successo la traversata dalla costa Ovest alla costa Est della Groenlandia, da Kangerlusuaq a Tasilaq; era appena ventenne.

La conquista dell’Artico fra tradizione e scienza

Un paio d’anni più tardi, è il momento della sua famosa spedizione durata tre anni, durante la quale, con il solo utilizzo di mezzi tradizionali Inuit, viaggia dal Sud della Groenlandia fino alla costa Ovest dell’Alaska, attraversando l’intero Artico. Un’ impresa incredibile, che lo cambierà per sempre.

Il giovane Larramendi durante la celebre spedizione circumpolare

Da questa esperienza nasce l’idea embrionale di un veicolo che, mescolando conoscenza tradizionale Inuit con tecnologia occidentale, potesse rivoluzionare l’esplorazione polare; una slitta Inuit che non fosse trainata da cani, bensì da quel vento spesso presente negli enormi plateau delle regioni polari.

Inizia così, nel 1999, la progettazione e sperimentazione di questo veicolo. Qualche spedizione dopo, la rivelazione: il Windsled era di fatto il veicolo più affidabile, sostenibile ed economico per la ricerca scientifica in ambiente polare al mondo.

Con la spedizione di quest’anno termina la lunga fase sperimentale, durata venticinque anni, per rendere il Windsled ideale a tale scopo. Dall’anno prossimo inizia una nuova fase, quella volta a esprimere, tramite collaborazioni strutturate e di lungo corso con centri di ricerca di tutto il mondo, il pieno potenziale dell’Inuit Windsled come innovativa piattaforma di ricerca scientifica polare.

Enrico Gianoli

Osservatorio Artico © Tutti i diritti riservati

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