Aperte le prenotazioni per le spedizioni 2027 a bordo de “Le Commandant Charcot”, la nave expedition di Ponant in grado di raggiungere il Polo Nord geografico. L’intervista a Megan Clampitt, Science Manager della compagnia.
Il viaggio estremo nel comfort
Un viaggio dove pochi hanno messo piede, tra ghiacci eterni, orizzonti infiniti e fauna selvatica che sembra uscita da un documentario. Dal 2027 raggiungere il Polo Nord geografico non sarà più soltanto un’impresa da pionieri. Grazie infatti a Le Commandant Charcot, l’unico rompighiaccio da crociera ibrido al mondo alimentato a LNG, sarà possibile vivere questa avventura unica senza rinunciare al comfort di una nave di lusso.
La compagnia francese Ponant ha annunciato quattro nuove spedizioni di 12 notti che condurranno i passeggeri fino ai mitici 90° Nord, il punto più a settentrione del pianeta. Una meta che resta una delle più remote e inaccessibili della Terra, raggiunta per la prima volta da una nave passeggeri proprio dalla stessa nave expedition nel 2022, e che ancora oggi conserva il fascino delle grandi sfide esplorative. Le partenze previste sono il 27 luglio, l’8 e 20 agosto, e il 1 settembre 2027.

Le spedizioni partiranno da Longyearbyen, alle Svalbard, cuore pulsante del turismo artico, per poi toccare i fiordi scolpiti di Spitsbergen e attraversare le immense distese di ghiaccio dell’Oceano Artico. L’itinerario non si limita al raggiungimento della meta simbolica: i viaggiatori potranno vivere autentiche esperienze da spedizione polare, dall’avvistamento di orsi bianchi, balene e volpi artiche alle escursioni in Zodiac e kayak, dalle ciaspolate sui ghiacci al tradizionale “polar plunge”, il tuffo nelle acque gelide che mette alla prova anche i più coraggiosi.
Se l’esperienza a terra richiama l’anima dell’esplorazione, a bordo domina invece il comfort. Tutte le cabine e suite della nave dispongono di balcone o terrazzo privato, con viste spettacolari sui ghiacci, mentre l’offerta gastronomica porta la firma di Alain Ducasse. Lounge panoramiche, spa con trattamenti Biologique Recherche, piscina coperta, snow room e terrazze riscaldate trasformano il viaggio in un rifugio di benessere, anche nel cuore dell’Artico.
Tra fiordi e ghiacci
Non mancherà l’aspetto culturale e scientifico. È prevista, ad esempio, la visita a Ny-Ålesund, remoto avamposto abitato da ricercatori internazionali, storicamente legato alle esplorazioni artiche e oggi simbolo di cooperazione scientifica. “Le attività scientifiche vengono pianificate con largo anticipo attraverso bandi di progetto, valutati e selezionati da un comitato esterno”, racconta a Osservatorio Artico Megan Clampitt, Science Manager di Ponant.
“Per la spedizione Transarctic abbiamo lanciato la prima edizione nel 2024. Per dare continuità ai dati raccolti durante quel viaggio, abbiamo invitato molti scienziati a tornare per l’edizione 2025, aprendo al contempo la nave a nuovi progetti. A bordo è presente un coordinatore scientifico che lavora a stretto contatto con i ricercatori e funge da collegamento con l’equipaggio.

Questo ruolo consente agli scienziati una certa autonomia: il coordinatore può infatti accompagnarli in siti di ricerca diversi rispetto a quelli visitati dagli ospiti, garantendo al tempo stesso che le attività scientifiche si svolgano senza interferire con le esperienze dei passeggeri. In alcuni casi, se un sito scientifico non è incluso nell’itinerario, il coordinatore può collaborare con il comandante per valutare se sia possibile integrarlo. Tutto ciò richiede grande lavoro di squadra e una certa flessibilità da parte dei ricercatori, affinché scienza e attività turistiche possano convivere armoniosamente”.
Sono previsti momenti di confronto scientifico a bordo che permettano agli ospiti di approfondire ciò che hanno osservato durante la giornata? In che forma?
“All’inizio di ogni crociera viene presentato il programma Ponant Science, seguito da un intervento dei team di ricerca a bordo, che illustrano obiettivi e focus del loro lavoro. Alla fine del viaggio, gli scienziati condividono i risultati preliminari e ciò che sono riusciti a realizzare durante la spedizione. Quando il programma lo consente, sono invitati anche a tenere conferenze aggiuntive nel corso della crociera.
Esistono partnership attive con istituzioni di ricerca che utilizzano queste crociere come piattaforma logistica e scientifica?
“Assolutamente sì”, prosegue ancora Clampitt. “Per garantire qualità e rilevanza scientifica collaboriamo con POLARIN, una rete europea finanziata dall’UE che offre accesso coordinato alle infrastrutture di ricerca polare. Inoltre, manteniamo partenariati con organizzazioni come il World Ocean Council e The Explorers Club, che ci permettono di lanciare ulteriori bandi di progetto e mettere a disposizione posti per i ricercatori”.




“Abbiamo sviluppato collaborazioni pluriennali con università di tutto il mondo, accogliendo i loro studiosi a bordo e rendendo possibili studi di lungo termine, come i campionamenti temporali o i confronti tra siti. Lavoriamo anche con startup e ONG, sia imbarcando i loro ricercatori sia condividendo i dati raccolti durante la navigazione, ad esempio tramite il sistema ferrybox, che registra in continuo parametri come temperatura, salinità e pH delle acque superficiali. Tra le nostre attività, possiamo anche citare gli oltre 2,2 milioni di euro investiti ogni anno per i programmi scientifici, gli oltre 230 ricercatori che abbiamo ospitato a bordo dal 2021, le 67 partnership internazionali accademiche. Ma tutti i numeri sono disponibili sul nostro ultimo report“.

Le Commandant Charcot è una nave straordinaria che offre agli scienziati l’accesso a siti remoti, altrimenti difficili e costosi da raggiungere. Integrando la ricerca nelle nostre crociere, non solo contribuiamo alla conoscenza delle regioni che attraversiamo, ma permettiamo anche agli studiosi di lavorare in aree che, diversamente, resterebbero inaccessibili”.
Leonardo Parigi
Osservatorio Artico © Tutti i diritti riservati
Quanto costa?