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Gli USA non vogliono comprare la Groenlandia

Si chiude ufficialmente l'incidente diplomatico del 2019

Il segretario di stato degli Stati Uniti ha confermato, durante una conferenza stampa, che gli USA non cercano più di acquistare la Groenlandia. 

Blinken visita Nuuk

Tony Binken, Segretario di Stato degli Stati Uniti, era in visita nel territorio autonomo del Regno di Danimarca, a seguito della riunione del Consiglio Artico durata quattro giorni e con sede in Islanda. In questa occasione, durante una conferenza stampa – tenuta assieme al Ministro degli Esteri danese Joppe Kofod, al Premier della Groenlandia Mute Egede e al Ministro degli Esteri Pele Broberg – ha dichiarato di considerare la relazione con la Groenlandia un’importante partnership.

Ha inoltre rimarcato più volte la volontà di approfondire l’impegno statunitense nell’isola, volontà già precedentemente manifestata, ha sottolineato Blinken, con la riapertura di un consolato a Nuuk lo scorso anno. Ha fatto seguito a queste dichiarazioni una domanda particolarmente esplicita da parte di un giornalista, il quale ha chiesto al Segretario Blinken quali fossero le reali intenzioni degli USA in Groenlandia.

Domanda alla quale Blinken ha subito risposto rassicurando che gli Stati Uniti non stanno più cercando di acquistare l’Isola. Durante la visita, il Segretario americano ha visitato l’area attorno all’aeroporto di Kangerlussuaq (struttura militare costruita dalle forze statunitensi durante la seconda guerra mondiale), sito in cui oggi è possibile rendersi conto di come il riscaldamento delle temperature e il conseguente scioglimento dei ghiacci abbia causato il ritiro della calotta glaciale groenlandese. 

Presenza manifesta

Questa visita è stata il segnale di come la Groenlandia e le relazioni con essa siano importanti per gli Stati Uniti ma anche di come Washington sia intenzionata a mantenere quella che ormai è da decenni una presenza permanente in Groenlandia, intensificata ulteriormente negli ultimi anni. A partire dal 2014 la strategia, infatti, ha visto anche lo stanziamento di un diplomatico groenlandese a Washington e successivamente con l’istituzione del consolato statunitense a Nuuk. 

Inoltre i due Paesi hanno iniziato a stringere oltre a vere e proprie relazioni diplomatiche anche tramite accordi commerciali, minerari e scientifici, indipendenti dalla Danimarca. Il nuovo governo dell’Isola, compreso il Naleraq – partito indipendentista alleato del governo – sembrano essere favorevoli a ricucire i legami con gli Stati Uniti, in particolar modo per la possibilità di stringere accordi commerciali di libero scambio che favorirebbero lo sviluppo economico dell’Isola. 

Relazioni più strette e accordi commerciali ad hoc gioverebbero in particolar modo agli Stati Uniti, in quanto porterebbero a una possibile riduzione della presenza e delle aspirazioni cinesi nell’Isola, per continuare così a vedersi garantita una posizione privilegiata nell’area.

Superare l’incidente diplomatico

Con la visita di Blinken e con la dichiarazione annunciata alla conferenza, si è ufficialmente chiuso un incidente diplomatico che si era aperto nel 2019 sotto l’amministrazione Trump. L’ex Presidente, dopo una serie di consultazioni con i propri collaboratori – i quali gli avevano riferito di come la Danimarca facesse fatica a finanziare il sussidio annuale dell’isola – aveva espresso la volontà di comprare la Groenlandia dalla Danimarca.

E se in un primo momento era sembrata quasi un’idea scherzosa, successivamente si era trasformata in una proposta con un elevato grado di serietà. L’allora Presidente aveva perfino chiesto all’avvocato della Casa Bianca di valutare come presentare una proposta concreta al governo di Copenaghen, possibilmente durante una cena che si sarebbe tenuta in occasione della prima visita di stato formale in Danimarca. 

Blinken Groenlandia
© Saul Loeb/Pool via REUTERS

La volontà di Trump non aveva incontrato però né il favore del governo danese, che poco prima dell’incontro formale con Trump aveva dichiarato di ritenere la proposta assurda, né tantomeno della Groenlandia che aveva risposto a queste provocazioni dicendosi non in vendita. Questo fallimento aveva addirittura convinto Trump ad annullare la visita nel Regno e a posticiparla a data da destinarsi.

Gli interessi che gli USA nutrono verso la Groenlandia sono molto elevati, e probabilmente l’unico modo per tutelarli è proprio quello di stringere alleanze particolari con Nuuk. Nonostante lo shock della proposta, Trump non è stato il primo inquilino della Casa Bianca a guardare con interesse all’acquisto della Groenlandia senza riuscire nel proprio intento. Già nel 1946 Harry Truman propose alla Danimarca di comprare l’Isola per 100 milioni di dollari, ma ovviamente la sua proposta venne rifiutata. 

Giulia Sacchi

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Giulia Sacchi
the authorGiulia Sacchi
Mi sono laureata in Scienze Internazionali ed Istituzioni Europee presso l'università statale di Milano, dove tutt'ora sto continuando con la magistrale in Scienze Politiche e di Governo. Ed è proprio grazie ai miei studi che mi sono appassionata a tutto ciò che è Artico.

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