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Dalla Cina all’Europa in diciotto giorni di navigazione

© a_medvedkov

La Cina lancia la prima linea container via Artico verso l’Europa: tempi dimezzati, ma crescono i timori ambientali.

“China–Europe Arctic Express”

Dopo anni di navigazioni sperimentali e un sodalizio sempre più stretto tra Cina e Russia, l’estate 2025 segna un salto decisivo per le rotte artiche: per la prima volta un operatore cinese lancerà una linea container che collegherà l’Estremo Oriente alle principali destinazioni dell’Europa nord-occidentale.

Si chiama China–Europe Arctic Express e sarà gestito dalla Haijie Shipping Company. Nota anche con il marchio Sea Legend, si tratta di una compagnia di recente costituzione emersa durante la crisi del Mar Rosso con navi battenti bandiera cinese e dotate di misure di sicurezza avanzate che operavano sotto la scorta della Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione.

La novità consiste in un servizio programmato, con orari e scali stabiliti, che sfrutta la Northern Sea Route per tagliare quasi in due i tempi tradizionali di viaggio. L’iniziativa, sostenuta anche da un nuovo servizio di monitoraggio del ghiaccio marino rilasciato dal Ministero cinese dei Trasporti, partirà a settembre. La rotta collegherà tre porti cinesi — Qingdao, Shanghai e Ningbo-Zhoushan — a quattro terminal europei: Felixstowe (UK), Rotterdam (Paesi Bassi), Amburgo (Germania) e Danzica (Polonia).

northern sea route port cina
Il Porto di Ningbo-Zhoushan.

L’attraversamento artico tra Ningbo e Felixstowe è programmato in soli 18 giorni, un tempo inferiore di oltre il 50% rispetto alla tradizionale via del Canale di Suez.

Tutto esaurito

L’inaugurazione del servizio è prevista per il 20 settembre e la prima partenza risulta già completamente prenotata. La nave scelta, la Istanbul Bridge, è un portacontainer low-ice class da 4.890 TEU: una dimensione modesta rispetto ai giganti che solcano Suez o Panama, ma significativa per un corridoio che, fino a oggi, ospitava prevalentemente viaggi singoli di tipo tramp (una nave che opera senza una rotta o un orario fisso, trasportando merci diverse a seconda del viaggio, ndr).

Il servizio sarà ovviamente stagionale, limitato all’estate e all’inizio dell’autunno, in attesa che unità con classe di ghiaccio più elevata possano estendere la finestra di navigazione all’inverno e alla primavera. Questa stagionalità riflette ancora l’ostacolo dei ghiacci, ma è accompagnata da un progetto di lungo periodo: ampliarsi nei prossimi anni e, se possibile, trasformare la rotta artica in un corridoio praticabile tutto l’anno.

Non una semplice rotta alternativa

Questa mossa commerciale ha anche una forte valenza geopolitica. Finora, il 95% del traffico in transito sulla Northern Sea Route si svolgeva tra Russia e Cina, che dallo scoppio della guerra in Ucraina hanno trasformato lentamente l’antica rivalità in un’intesa dettata dai comuni interessi. E lo sviluppo della rotta artica è uno dei dossier che più ha avvicinato Pechino e Mosca: nel 2023 la rotta artica ha registrato 17 viaggi container, quasi tutti gestiti dall’armatore cinese Newnew Shipping; nel 2024 i viaggi sono saliti a 13 per circa 20.000 TEU totali.

Proprio per questo “China–Europe Arctic Express” rappresenta una novità: il nuovo servizio bypassa totalmente i porti russi, collegando direttamente l’Asia orientale al Nord europeo e sottolineando l’interesse strategico di Pechino per rotte alternative a Suez, che siano però “politicamente accettabili” dagli europei.

Tecnologia e critiche ambientali

Accanto alla dimensione commerciale, emerge anche quella tecnologica: per ridurre i rischi della navigazione artica, il Centro di supporto alla navigazione del Mare del Nord del Ministero cinese dei Trasporti, insieme all’Osservatorio meteorologico marittimo di Tianjin, ha iniziato a pubblicare dati in tempo reale sul monitoraggio del ghiaccio. Un sistema che migliora la risoluzione spaziale delle osservazioni, identifica le acque navigabili e fornisce dati più accurati per la sicurezza delle rotte.

Ma le opportunità economiche si scontrano con le preoccupazioni ambientali. La Clean Arctic Alliance ha reagito all’annuncio chiedendo una valutazione d’impatto preventiva e il rispetto di standard ambientali più rigorosi. L’organizzazione ha sottolineato come l’aumento del traffico possa intensificare le emissioni di black carbon, disturbare fauna e comunità locali e accrescere il rischio di incidenti in ecosistemi estremamente fragili. Tra le raccomandazioni figurano l’uso di navi ice-strengthened certificate secondo il Polar Code, carburanti a basse emissioni e piani per la riduzione del rumore subacqueo.

cosco northern sea route
Fonte: Rosatom

L’Arctic Express di Haijie Shipping, dunque, rappresenta un banco di prova per il futuro della navigazione nell’Artico. Resta da vedere se nel 2026 altre compagnie seguiranno l’esempio cinese: oltre a Newnew, la Corea del Sud ha già annunciato operazioni pilota sulla Northern Sea Route.

Insomma, nonostante le grosse difficoltà logistiche e le tensioni politiche che la accompagnano fin dalla sua nascita, la Northern Sea Route sta lentamente prendendo il proprio posto nella logistica mondiale.

Enrico Peschiera

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Enrico Peschiera
Ho studiato Relazioni Internazionali e oggi mi occupo di comunicazione aziendale. Scrivo qui perché l'Artico è una frontiera di profondi cambiamenti che meritano di essere raccontati. Genovese e genoano.

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