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Gli Stati Uniti alla ricerca del loro posto nell’Artico

Washington attende le nuove unità rompighiaccio per ottenere una maggiore presenza fisica nelle acque dell’Artico, con un occhio più attento alle dinamiche regionali.

Nuove rompighiaccio per la US Coast Guard

Nel luglio scorso, l’Ammiraglio della Guardia Costiera americana Linda Fagan è intervenuta nel corso di un’audizione con il comitato per i trasporti e la sicurezza marittima della Committee on Transportation and Infrastructure. In questa occasione Fagan ha sottolineato come sia necessario assicurare una presenza statunitense nella regione artica soprattutto in vista della rapida diminuzione dei ghiacci e della potenziale apertura delle rotte artiche.

Tali rotte collegherebbero difatti Asia, Nord America ed Europa rendendo sempre più necessaria una forte presenza americana nelle acque artiche. Al fine di raggiungere tale obiettivo, l’Ammiraglio ha evidenziato l’impellente necessità di costruire una flotta rompighiaccio in grado di assicurare un forte coinvolgimento degli Stati Uniti nella regione. Secondo Fagan, gli Stati Uniti necessitano di ottenere la capacità e i mezzi per creare una presenza duratura nell’Artico, nelle acque al largo dell’Alaska.

Deficit di capacità

Gli Stati Uniti sono però in deficit in termini di unità rompighiaccio polari rispetto ad altre potenze artiche come la Russia. Gli Stati Uniti dispongono attualmente di due rompighiaccio: l’unità pesante Polar Star e l’unità media Healy. La Russia dispone invece di 40 unità attive, incluse circa 10 varianti a propulsione nucleare. L’Ammiraglio Fagan sottolinea dunque il perché sia essenziale colmare questo divario.

Ulteriore fattore da tenere in considerazione è la posizione cinese nei confronti dell’Artico. A seguito della pubblicazione nel 2018 di un documento specifico, la Cina si è auto-definito come un “near-Arctic state”. Fagan ha così affermato come gli Stati Uniti debbano essere presenti nelle acque Artiche al fine di garantire la loro sovranità nazionale.

Nuove commesse entro il 2025

Quest’anno è dunque iniziata la produzione delle Polar Security Cutter, le navi rompighiaccio statunitensi. La commessa è stata affidata al costruttore navale VT Halter Maritime con un contratto a prezzo fisso che dovrebbe concludersi nel 2025. La guardia costiera riceverà dunque tre navi rompighiaccio pesanti e tre navi rompighiaccio medie.

Polar Security Cutter
Un render della nuova classe di rompighiaccio “Polar Security Cutter”.
Fonte: www.dcms.uscg.mil

Il budget 2023 include una richiesta della Guardia Costiera pari a 167,2 milioni di dollari, cercando nel mentre di ottenere ulteriori 30 milioni di dollari per rimettere in moto una rompighiaccio già disponibile in commercio, nell’attesa delle nuove unità richieste.

Bonnie Watson Coleman, il rappresentante che presiede la sottocommissione della camera, ha infine evidenziato come il riscaldamento globale presenti numerose sfide nella regione. Una Guardia Costiera più attrezzata risulta quindi essenziale per affrontare crescenti necessità e problematiche. Coleman ha infine sottolineato come un panorama geopolitico in continua evoluzione e le nuove sfide del cambiamento climatico facciano sì che la Guardia Costiera non sia mai stata così essenziale per la sicurezza nazionale americana.

Flavia Pace

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Flavia Pace
the authorFlavia Pace
Sono laureata in International Relations presso l’università Luiss Guido Carli con una tesi sulla multidimensional security nell’Artico e le sfide ed opportunità per l’Italia. Attualmente sono una studentessa del Master di II livello in Geopolitica e Sicurezza Globale. Sono fortemente appassionata di difesa militare e sicurezza internazionale.

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