Un viaggio alle Svalbard a bordo del veliero Linden con FRAMTours. Molto più di un giro turistico: navigando tra i fiordi, ascoltando il silenzio e nel rispetto della natura selvaggia, l’Artico diventa un’avventura.
L’Artico racconta storie
“L’Artico racconta storie” è il motto di FRAMTours, e non potrebbe esserci frase più vera per introdurre ciò che si prepara a essere molto più di una semplice esperienza di viaggio. Dal 16 giugno, un gruppo ristretto di viaggiatori salperà da Longyearbyen a bordo di un veliero, seguendo la rotta dell’ovest delle Svalbard. Chi scrive ne farà parte, con l’intento di raccontare su Osservatorio Artico questa avventura nelle isole più a nord d’Europa.

Isole ai confini del mondo, eppure teatro di cambiamenti epocali che ci riguardano da vicino. Cambiamenti climatici, politici e sociali, che stanno mutando l’aspetto fisico e gli abitanti di quelle che per secoli sono state avamposti per cacciatori di balene e, nel secolo scorso, terre di minatori. Oggi le Svalbard sono al centro di una rivoluzione che, come abbiamo scritto, le sta portando dalle miniere alle crociere, con conseguenze ambivalenti.
Visitare questi luoghi, dove la natura è ancora padrona, richiede maggiore attenzione e sensibilità all’ambiente. L’obiettivo di FRAMTours è proprio questo, a partire dal mezzo di trasporto: il veliero Linden.
Un veliero, non una crociera
La nave con cui salperemo, S/V Linden, è una goletta a tre alberi costruita in Finlandia nel 1993, replica moderna di un’imbarcazione del 1920. Linee eleganti da romanzo ottocentesco, con uno spirito esplorativo molto concreto: grazie alla sua Ice Class 1C può navigare in sicurezza tra i ghiacci dell’Artico, ma senza mai forzare i tempi o i luoghi.
Il viaggio durerà otto giorni, con tappe flessibili e decise giorno per giorno in base al meteo, al ghiaccio, al vento. Niente itinerari rigidi: si naviga, si osserva, si attende. E si impara a rallentare. A bordo della S/V Linden è infatti possibile esplorare le regioni più remote dell’Artico in modo davvero unico e a impatto zero.

Sono il vento e il meteo a stabilire rotta e velocità. Viaggiare lentamente non è un limite, né un fattore dettato unicamente dalla volontà di non inquinare. La navigazione a vela infatti, priva di rumore e guidata solo dalla forza del vento, consente di osservare la fauna selvatica senza disturbarla, rendendo l’esperienza ancora più autentica e speciale.
La rotta prevede l’esplorazione dell’Isfjorden, il Magdalenefjorden e i ghiacciai del nord, ma anche la visita a insediamenti storici come Ny-Ålesund, ex villaggio minerario oggi base scientifica internazionale, e Pyramiden, cittadina sovietica abbandonata nel 1998 che continua a esercitare un fascino surreale. Ogni sbarco sarà preceduto da una meticolosa preparazione sulla sicurezza (nostra e degli animali che avvisteremo) e accompagnato da lezioni serali su fauna, flora e storia locale.
Viaggio sostenibile non è una formula
FRAMTours non è un tour operator qualunque. Fondata da Cristian Costa, fotografo e antropologo italiano trapiantato nell’Artico, ha sede a Tromsø, la porta dell’Artico. “Qui ti senti ospite in un territorio che non ti vuole o che fa di tutto per allontanarti” ci confidava Costa qualche tempo fa.
Eppure, è proprio in questo senso di precarietà e rispetto che nasce la vera connessione. L’Artico non è uno sfondo, ma un protagonista che detta le condizioni. L’esperienza che si vivrà a bordo del Linden – limitata a 12 passeggeri – è pensata per accettare questa logica. Non si “consuma” un paesaggio, lo si ascolta.
In un’epoca in cui il turismo alle Svalbard cresce a ritmi inquietanti, con navi da crociera da oltre 2.000 passeggeri che scaricano centinaia di visitatori per poche ore a Longyearbyen, viaggiare in modo sostenibile significa soprattutto scegliere una scala diversa. FRAMTours lavora solo con piccoli gruppi, promuove mezzi elettrici o ibridi, e predilige fornitori locali per ogni aspetto.
“Sostenibilità per noi non è marketing, è coerenza” afferma Costa. E infatti la loro è una delle pochissime realtà del Nord-Norge realmente a impatto minimo, nonostante non abbiano richiesto alcuna “etichetta green”. Nella filosofia di FRAMTours, l’Artico ha bisogno di una narrazione più accurata e consapevole, perché la disinformazione, spesso amplificata dai social, rischia di banalizzare temi complessi: serve un turismo che informi, coinvolga e generi consapevolezza reale, non solo slogan ecologici.
“La scelta fatta all’inizio di questa avventura è stata: qualità e consapevolezza. Noi offriamo un prodotto differente perché la nostra storia è differente“, afferma Costa.
Il significato di questo viaggio
Un viaggio come questo non è quindi per tutti (e io spero di esserne all’altezza!). Richiede adattabilità, spirito di gruppo, e capacità di rinunciare al controllo. Il meteo può cambiare in un’ora, i programmi si modificano di continuo. Eppure, proprio per questo, il viaggio si carica di un significato speciale: non si tratta di “collezionare” luoghi, ma di lasciarsi conquistare da un paesaggio al contempo fragile e maestoso, in continuo mutamento.

L’ambiente artico sta attraversando un periodo di profondo mutamento e il turismo può avere un ruolo positivo, se consapevole. Può generare valore per le comunità locali, diffondere conoscenza, e creare ponti culturali. Ma deve fare attenzione a non replicare modelli estrattivi, in cui anche il paesaggio – o la fauna – diventa solo un contenuto da catturare.
Nel suo piccolo, questo viaggio con FRAMTours vuole essere un passo in questa direzione. Non un’evasione, ma un’immersione. Non un’avventura spettacolare, ma un’esperienza riflessiva. Una settimana tra ghiacci, silenzi e racconti. Sarà un modo per osservare e raccontare come si possa, ancora oggi, viaggiare in modo etico, intelligente e rispettoso in una delle aree più vulnerabili del pianeta.
Enrico Peschiera