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Windsled2025, ultimi preparativi e prima partenza

Dopo il successo dello scorso anno, Ramòn Larramendi porta in Groenlandia un nuovo progetto di esplorazione unico al mondo.

Organizzarsi

Dopo l’arrivo nel punto in cui avremmo dovuto trovarci, i giorni seguenti sono stati dedicati a montare la tenda del Windsled, inventariare il cibo della scorsa spedizione, adattare e riparare le due mini-sled che fungeranno da carico e da pulkas (slitte a trazione umana).

Le slitte sono basate sul modello inuit: due binari principali di legno e lo sci di teflon. Nel mondo inuit anticamente c’erano varie tecniche: o si creava una lamina di ghiaccio su varie basi, o si usavano ossa di balena, o tessuto, a cui si attaccano tramite cordicelle delle traverse di legno. Questo permette alla slitta di essere flessibile per adattarsi alle asperità del terreno ma anche di essere configurata in molti modi, visto che il legno si può lavorare e modellare facilmente con pochi e semplici attrezzi. Essenzialmente usiamo trapano, coltello e lima.

ramòn larramendi greenland

Sotto le traverse di legno si applica una lamina di teflon, che è molto resistente e scivola bene sulla neve. Pure questo si può lavorare facilmente, con gli stessi attrezzi. Su questa base poi si monta una tenda fatta a misura per la slitta, che può resistere praticamente a qualsiasi tempesta.

Manutenzione e ultimi preparativi

Tra i lavori da fare c’è mantenerci idratati. La neve sciolta, soprattutto così lontana dalla costa, è del tutto priva di minerali, e bere solo quella finirebbe per disidratarci. Dobbiamo aggiungere sali minerali, che danno anche sapori vari all’acqua: il primo giorno avevano un sapore buonissimo, ma stancano presto.

La tenda Windsled, una volta montata, ci dà molto più comfort. Dentro cuciniamo agevolmente, e un fornello acceso ci dà tanto calore da poter stare in maglietta durante i pasti. Io mi occupo di riparare e adattare le due mini-sled, mentre JJ e Ramòn si occupano del Windsled, e poi tutti e tre ci dedichiamo alla enorme quantità di cibo da inventariare e organizzare. Ramòn prepara le spedizioni con quantità di cibo e riserve varie stratosferiche.

windsled2025 team

Il 30 ci sono gli ultimi preparativi: ci svegliamo alle 7:30, e lavoriamo per chiudere tutto sino alle 17. Pranziamo abbondantemente, riposiamo, e alle 20:30 stendiamo le linee del kite. Siamo pronti a partire! 

La prima navigazione

31 maggio, 24:45; Vento da Ovest a 15 km/h; Temperatura -4°; Visibilità non perfetta ma sufficiente causa nebbia; nevischio umido. Montato il Kite Acciona, di 37 metri quadrati, poi cambiato con il Kite NPW di 60mq. 116 km percorsi in 10 ore, con rotta media 80°. Il vento è perfetto: viene da Ovest, noi dobbiamo andare Est: fantastico. Sino a ora avevamo avuto solo Sud o Sud-Est. Saremmo riusciti a partire comunque, visto che il Windsled può navigare con varie andature, ma il vento in poppa è ottimo. Anche per questo abbiamo accelerato i preparativi e abbiamo rinunciato alla notte di riposo, dopo una dura giornata di lavoro.

Dopo aver raccolto i primi campioni di neve per l’Università del Maine, andiamo a posizionare le linee e il kite. Le linee sono lunghe 250 metri, e devono essere posizionate attentamente in relazione al vento e alla direzione che vogliamo prendere, ovvero 45 gradi. Portiamo un kite, ma una volta aperto ci rendiamo conto che era stato immagazzinato incorrettamente: non era quello riportato sull’etichetta. È un vecchio kite, usato per l’Antartide, con una trama molto spessa, più adatto a un Windsled in versione pesante e con molto vento. Ma va bene comunque, e Ramòn non vuole perdere tempo.

windsled groenlandia

Controlliamo che tutte le linee siano pulite, che non ci siano nodi, le attacchiamo ai pignoni e ci prepariamo ad alzare il kite. Io e JJ restiamo in posizione, accanto. Abbiamo stabilito un codice per comunicare con JJ, perché siamo troppo lontani per parlare. Abbiamo anche le radio, ma le usiamo solo in caso di scarsa visibilità. Quando Ramon ci dà il segnale, alziamo il kite e ci togliamo rapidamente sopravento, fuori dal raggio di movimento delle linee, e cerchiamo di capire in che direzione si muove la slitta: dovremo salire al volo. A volte si riesce a mantenere la velocità bassa, ma se il vento è forte o la cometa grande, la slitta può raggiungere e superare rapidamente i 20km/h, o i 30!, e ci si deve lanciare sopra al momento giusto. Soprattutto quando si è in due la cosa non è semplice. La slitta laterale, carica di cose morbide (i vari kite) è adattata a questo scopo, così ci si può lanciare sopra senza farsi male.

Quindi partiamo con un kite di 37mq, vento di 15km/h da Ovest, alle 20:45. La temperatura di -4, visibilità moderata (ma c’è poco contro cui andare a sbattere qui): Anziché sfruttare i venti catabatici, questa volta sfrutteremo l’arrivo di un fronte nuvoloso, che porta con sé anche una bella, umida e fitta nevicata. 

La temperatura scenderà durante la notte, per raggiungere -9°, e alla neve si aggiunge la nebbia. Questa diventerà un problema, perché condensa sulle linee, che poi ghiacciano e pesano sul kite, che già è pesante di suo. Sino a quando il vento è sostenuto, la cosa si gestisce, ma alla fine dovremo cambiare il kite anche questo motivo.

Nebbia, neve, ma si parte!

C’è nebbia, la neve cade fitta e fina, il rumore dei binari e delle varie giunture della slitta. Avanziamo in un bianco assoluto, a malapena si distingue orizzonte, solo ogni tanto si intravede il disco del sole. Il kite, molto colorato, si vede perfettamente. Il vento, da Ovest, per noi è buono, ma dobbiamo mantenere un angolo con il vento di 45 gradi. Quindi dobbiamo fare bordi continui, il kite deve fare un otto orizzontale, orientandoci tra i 100 e i 70 gradi (Est Sud-Est). Faremo una S continua, cambiando direzione ogni 2-3 minuti, o meno. La mancanza di qualsiasi riferimento, e la neve che copre la bussola, obbliga il copilota a leggere costantemente la direzione tramite gps a chi sta manovrando il kite, per evitare di andare fuori rotta, e soprattutto evitare di mettere il kite totalmente al vento, che farebbe perdere il controllo alla slitta e ci obbligherebbe a una manovra di emergenza per rilasciare il kite.

Ramòn è ai comandi, e dopo una mezz’ora mi spiega come funziona, e approfittando del vento abbastanza benevolo e stabile mi fa subito provare a condurre. Le prime prove sono ovviamente un po’ disastrose, ma almeno non faccio cadere il kite… anche se ci vado vicino. Dopo un po’ di titubanze, comincio a prendere la mano, inizio il mio primo turno. È abbastanza semplice, almeno ora che il vento non è troppo forte e nella direzione giusta. Si sta abbastanza in tensione, con braccia e schiena, visto che si deve tirare il kite a mano. Più volte deve intervenire Ramòn per evitare che il kite finisca al suolo, il che ci costringerebbe a una lunga sosta (tipicamente ci vogliono minimo 40 minuti) per rimettere le linee in ordine e rifar partire la slitta.

windsled 2025 greenland

Da ora dovremo cambiare orario: dormire di giorno, e fare 12 ore di navigazione alternandoci in turni da una ora ciascuno. Ovvero 4 turni a notte. Durante le pause ci dobbiamo obbligatoriamente riposare, cercando di dormire. L’anno scorso ci fu una grande innovazione: un sistema che permette di tenere i fornelli accesi anche in movimento, permettendo di scaldare la tenda e avere un po’ di comfort dopo la conduzione al freddo. Dal secondo turno comincio ad essere più a mio agio con la conduzione, ma cambia il vento si fa più incerto e difficile da gestire. Più volte rischiamo di fermarci, ma riusciamo a percorrere degli entusiasmanti 116km. 

Antonio Mangia

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