L’intervento del nostro inviato Marco Dordoni all’Arctic Circle Forum di Berlino.
Durante l’evento Arctic Circle Forum 2024, tenutosi quest’anno presso il Radyalsystem di Berlino, ho partecipato come speaker e mediatore nella sessione intitolata: “The Arctic is cold again: climate change, political competition and security challenges”.
Insieme a me, dottorando presso l’Università per Stranieri di Perugia e attualmente Visiting Researcher presso l’Arctic University of Norway di Tromsø, hanno partecipato al panel anche Gabriella Gricius, dottoranda presso la Colorado State University, il Professor Rasmus Bertelsen, presso l’Arctic University of Norway di Tromsø, e infine il Dr. Nikolakakos e il Dr. Poulain, scienziati esperti di clima e Artico presso il NATO STO CMRE di La Spezia.
Il mio intervento, intitolato “Nato and the European Union in the Arctic: the role of both organizations to securitize the High North”, ha cercato di contribuire alle nuove prospettive nell’analisi del concetto di sicurezza nella regione. Come si evince dal titolo, lo scopo principale di questo intervento è stato quello di presentare NATO e Unione Europea come due attori attivi nell’assicurare stabilità e sicurezza nella regione artica.
Analizzando la NATO, un’organizzazione internazionale che quest’anno celebra il 75º anniversario dalla sua fondazione, il concetto di sicurezza è per lo più intuitivo. Come stabilito nell’articolo 1 del Trattato istitutivo dell’Alleanza Atlantica, lo scopo primario della NATO è garantire libertà e sicurezza ai suoi membri attraverso mezzi politici e militari, interpretando la sicurezza principalmente in termini di potere militare.
Proprio seguendo questo concetto, la NATO è tornata ad interessarsi dell’Artico nell’ultimo decennio. Con il termine della Guerra Fredda e la disintegrazione dell’Unione Sovietica, il focus della NATO si era spostato verso altre regioni, poiché l’Artico era diventato un esempio “eccezionale” di dialogo e pace. Tuttavia, con il ritorno di una strategia assertiva da parte della ex Unione Sovietica, oggi Federazione Russa, la sicurezza della regione artica è tornata nuovamente al centro dell’agenda dell’Alleanza.
L’Ammiraglio Bauer, Chair del Comitato Militare della NATO, durante il suo intervento all’Arctic Circle Assembly di Reykjavik nell’ottobre 2023, ha individuato la Penisola di Kola come punto di maggior minaccia per l’Alleanza Atlantica nella regione artica, data la presenza di buona parte dell’arsenale nucleare russo e della Flotta del Nord.
La recente ammissione di Finlandia e Svezia nell’Alleanza Atlantica ha ulteriormente trasformato la regione artica in un’arena di deterrenza tra la NATO e la Russia, evidenziando l’importanza strategica dell’Artico per la sicurezza dell’Europa e l’integrità dell’Alleanza Atlantica.
Quanto all’Unione Europea, sebbene non disponga di un esercito e con il Trattato di Lisbona del 2009 abbia, sostanzialmente, affidato alla NATO il compito di garantire la difesa dei confini europei, può comunque contribuire alla sicurezza dell’Artico adottando un concetto più ampio di sicurezza, che non si limiti esclusivamente al potere militare ma abbracci anche fattori ambientali, umani ed economici.
Nella regione artica, grandi fattori che influenzano la sicurezza e la stabilità della regione non sono legati al potere militare, ma ad altri ambiti. Ad esempio, il fattore ambientale, il fattore umano, quello economico e la cooperazione scientifica.
Proprio su questo punto, sul curvare il termine “sicurezza”, che possiamo fare entrare in gioco l’Unione Europea. Nell’ultima Comunicazione congiunta del 2021 che delinea la strategia dell’Unione Europea in Artico, si evince come obiettivi principali dell’UE siano la protezione delle popolazioni e le comunità native dell’Artico, contribuendo quindi alla sicurezza umana di questi oltre 40 gruppi etnici che popolano l’Artico.
Ma anche la promozione della cooperazione scientifica: abbiamo visto con la recente sospensione delle attività del Consiglio Artico come la cooperazione scientifica o l’assenza di essa possa essere una materia che influenzi la sicurezza nella regione. Infine, il sostegno a nuovi modelli di economia e di sviluppo sostenibile come la Blue Economy, in grado di creare vantaggi economici per i produttori senza danneggiare l’ecosistema.
Le domande e le riflessioni che vengono lasciate in sospeso da questo discorso sono molteplici, però obiettivo di questo intervento è stato quello di analizzare la NATO e l’Unione Europea sotto una nuova lente. Nonostante le differenze strutturali e di ideali per la quale sono state fondate, NATO e Unione Europea in questo preciso momento storico trovino nella sicurezza dell’Artico un terreno comune per i loro interessi. Comune obiettivo da perseguire seguendo approcci e strade diverse ma complementari.
Marco Dordoni
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