Cultura

Le origini delle rune

Tra incisioni su pietra e manoscritti su pergamena, una guida ai sistemi di scrittura dell’antico nordico e alla nascita delle rune

L’antico nordico

Per l’antico nordico, anche noto come lingua norrena (Old Norse), esistono due distinti sistemi di scrittura: le rune e l’alfabeto latino. Sebbene il primo venga utilizzato a partire da un periodo antecedente rispetto al secondo, i due sistemi non devono essere pensati in contrapposizione l’uno rispetto all’altro, né l’uno è l’evoluzione dell’altro.

Le rune, infatti, si distinguono dal sistema di scrittura latino non solo per la forma dei singoli segni, ma anche perché sono state usate in larga misura per altri tipi di testi, scritti su altri tipi di supporto e in situazioni diverse rispetto ai testi con lettere latine.

rune
La pietra runica di Hole è una pietra runica ricostruita da frammenti trovati in una tomba a Hole in Norvegia.

Breve cronologia e diffusione delle rune

La maggior parte dei ricercatori di rune (runologi) oggi concorda sul fatto che la scrittura runica sia sorta intorno all’epoca della nascita di Cristo, anche se esistono studiosi che preferiscono retrodatarne l’origine di alcuni secoli.

Dobbiamo notare che “rune” è solo una denominazione per i segni di scrittura, non per una lingua scritta. La lingua che gli abitanti del Nord iniziarono a scrivere con le rune viene solitamente chiamata proto-nordico (III-VII secolo), in cui la grafia utilizzata prende il nome di futhark antico (composto da 24 segni o caratteri).

Successivamente, nel periodo che va dall’VIII al XI secolo la lingua viene denominata antico nordico, e la grafia evolve nel sistema che viene chiamato futhark recente (composto da 16 segni o caratteri). Quest’ultimo rimarrà in uso fino a circa il 1400, quando sarà definitivamente messo da parte per il sistema grafico latino. La lingua invece si evolse e si divise progressivamente in diverse varianti del nordico antico: antico danese, antico svedese, antico norvegese e antico islandese.

Futhark” (scritto anche Fuþark) è un nome moderno formato dalle prime sei rune, analogamente alla parola alfabeto, che deriva dai nomi delle prime due lettere dell’alfabeto greco, alfa e beta.

I materiali e il supporto

Un’ulteriore differenza tra le rune e l’alfabeto latino, oltre alla tipologia di testo, è il tipo di supporto, ovvero l’oggetto su cui si trova l’iscrizione. I testi scritti con lettere latine, sia in lingua norrena sia in latino, si trovano prima di tutto su pergamena e più tardi su carta, scritti con penna d’oca e inchiostro. Sia la pergamena, sia la penna, sia l’inchiostro erano strumenti di scrittura specializzati che arrivarono in Scandinavia con la cultura scritta latina, principalmente attraverso l’azione della Chiesa e la diffusione del cristianesimo nei paesi nordici. La forma del libro, copiato a mano, composto da fogli in pergamena o in carta, in alfabeto latino, è definita manoscritto.

rune Øvre_Stabu_spearhead
La punta di lancia Øvre Stabu è una punta di lancia in ferro che reca un’iscrizione in Futhark antico datata alla seconda metà del II secolo d.C. o al 210-240 d.C., rendendola una delle più antiche iscrizioni runiche conservate.

I testi scritti con le rune, indipendentemente dalla lingua, si trovano quasi esclusivamente su materiali diversi dalla pergamena e dalla carta: pietra, legno, osso o metallo, dove le rune sono scolpite, incise o graffite sulla superficie con uno strumento affilato o appuntito. Per questo tali testi vengono chiamati iscrizioni runiche. È importante ricordare questa distinzione e non confondere “runa” (i singoli segni grafici) con “iscrizione runica” (il testo). Il termine usuale per indicare la produzione di rune è “rístere rune”, cioè incidere rune.

Le iscrizioni runiche, per le ragioni materiali che abbiamo visto, sono spesso più deteriorate, frammentarie e danneggiate rispetto alla maggior parte dei manoscritti, e non di rado risultano anche più trascurate o disordinate nella scrittura. Inoltre, sono generalmente molto brevi. Tali fattori possono rendere difficile identificare ogni segno grafico, ottenere un senso linguistico e, soprattutto, comprendere lo scopo dell’iscrizione runica.

In molti casi, il supporto di scrittura aveva anche un’altra funzione oltre a essere una superficie per la scrittura. Si tratta spesso di oggetti d’uso quotidiano di vario tipo, come armi, strumenti, gioielli o utensili in legno, che spesso sono riemersi durante scavi archeologici. Oppure le rune si trovano su ciò che dobbiamo considerare come pietre funerarie o pietre commemorative, che possono anche presentare raffigurazioni o ornamentazioni di vario genere.

Alcuni esempi

Tradizionalmente, quella che è stata considerata la più antica iscrizione runica certa si trova su un pettine rinvenuto a Fyn, in Danimarca (il pettine di Vimose). Grazie ai metodi di datazione archeologica, il pettine può essere collocato intorno al 160 d.C. e la sua traslitterazione appare così: “harja”, che può essere un nome maschile.

rune pettine
Foto: Roberto Fortuna e Kira Ursem, Nationalmuseet, Danmark

Anche in Norvegia troviamo un’iscrizione runica databile circa allo stesso periodo: si trova sulla punta di una lancia proveniente da Øvre Stabu, nel Toten, e viene traslitterata “raunijaR”. Anche questo può essere un nome, ma resta la domanda se si tratti del nome dell’arma, del proprietario o del fabbro che l’ha forgiata.

Nel 2021, una nuova scoperta archeologica ha attirato l’attenzione internazionale, anche al di fuori del ristretto gruppo dei runologi e archeologi: la pietra runica datata più antica del mondo è stata scoperta nell’autunno del 2021, quando gli archeologi del Museo di Storia Culturale dell’Università di Oslo hanno indagato un campo funerario a Hole, vicino al Tyrifjorden, nella Norvegia orientale.

Le datazioni al radiocarbonio mostrano che l’età della tomba, e quindi delle iscrizioni sulla pietra, risale probabilmente al periodo 1–250 d.C. Questa pietra runica rappresenta quindi uno dei primissimi esempi di parole registrate per iscritto in Scandinavia, e le iscrizioni offrono nuove informazioni sullo sviluppo e l’uso della scrittura runica durante la prima età del ferro.

La pietra prende il nome dal luogo del ritrovamento e viene ora chiamata Svingerudsteinen (la Pietra di Svingerud).

Ma cosa c’è scritto sulla Pietra di Svingerud?

Sulla faccia frontale della pietra, otto rune spiccano più chiaramente rispetto alle altre iscrizioni. Convertite in lettere latine, formano la sequenza: idiberug. Il testo potrebbe riferirsi a una donna chiamata Idibera e l’iscrizione potrebbe significare “Per Idibera”. Altre possibilità sono che idiberug rappresenti un nome come Idibergu, oppure forse un nome di stirpe come Idiberung. E ci sono altre possibili interpretazioni, come spesso accade con le prime iscrizioni runiche.

Nuovi scavi archeologici potrebbero, in linea di principio, portare alla luce oggetti con iscrizioni runiche ancora più antiche.

rune
Foto: Alexis Pantos/KHM, UiO

Le rune al di fuori dei paesi nordici

Le rune non sono un’invenzione isolata senza modelli: devono essere state create da persone che già conoscevano uno o più sistemi di scrittura dell’Europa meridionale e che erano in contatto con popolazioni di quelle regioni. La scrittura greca e quella latina, così come la scrittura nord-etrusca tra i popoli celtici dell’Italia settentrionale, sono state tutte proposte come modelli vicini per le rune. Oggi la maggior parte degli studiosi ritiene che sia stato l’alfabeto latino a fungere da modello.

Chi abbia effettivamente creato la scrittura runica, e dove ciò sia avvenuto, è difficile da stabilire. Le rune furono utilizzate da diversi popoli germanici oltre agli scandinavi. Lo si vede sia dalla distribuzione dei ritrovamenti runici – sparsi più o meno diffusamente in gran parte dell’Europa – sia dalle forme linguistiche presenti nelle iscrizioni. Si trovano nelle Isole Britanniche, in Scandinavia, nei Paesi Bassi, in Germania e nell’Europa orientale. Le rune più antiche vengono quindi spesso chiamate una scrittura germanica comune, ma non sappiamo quanti gruppi germanici vi fossero coinvolti. Molte delle iscrizioni più antiche si trovano su oggetti mobili e potrebbero, in teoria, essere state trasportate lontano dal luogo di produzione.

Erika Dell’Aquila

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Erika Dell'Aquila
Sono dottoranda in Filologia presso l'Università di Jyväskylä e l'Università degli Studi di Trento e mi occupo di letteratura scandinava medievale, con attenzione ai legami tra mondo romanzo e Nord Europa

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