Groenlandia

Groenlandia e Danimarca, un’indagine congiunta per i crimini del passato

Nuuk e Copenhagen danno il via a un’indagine congiunta sui crimini perpetuati dai danesi nei confronti degli Inuit nel corso del Novecento.

Un nuovo inizio

Sta per essere avviata la più grande indagine congiunta mai condotta sui possibili crimini commessi dalla Danimarca in Groenlandia. Il periodo in questione è quello pre e post coloniale, quando l’isola più grande del mondo non era altro che uno dei territori del Regno di Copenhagen.

In particolare, l’indagine coprirà il periodo successivo alla seconda guerra mondiale, con l’obiettivo di far luce sul passato per favorire la riconciliazione tra i due Paesi. Dopo la guerra, infatti, il controllo dell’isola tornò alla Danimarca e, nel 1953, lo status coloniale fu trasformato in quello di contea d’oltremare, ma i rapporti tra i Copenhagen e Nuuk rimasero inalterati. 

L’indagine congiunta

Nel giugno di quest’anno, i capi di governo di Groenlandia e Danimarca hanno concordato l’avvio di un’indagine congiunta, volta a indagare sui possibili crimini e sulla possibile violazione dei diritti umani avvenuta nei confronti della popolazione Inuit negli anni successivi alla seconda guerra mondiale. 

Questa decisione ha rivelato un’ambizione sorprendente di cooperazione tra i due Paesi e che mai si era verificata prima. Nessun governo danese si era mai mostrato così disponibile nel condurre un’indagine approfondita sul proprio passato nell’Isola. 

Probabilmente questa propensione da parte del governo della Danimarca nasce da due fattori. In primo luogo dal fatto che anche altri Paesi, come Canada, Norvegia e Svezia – ugualmente considerati “colonizzatori pacifici” – hanno avviato indagini in merito al proprio passato coloniale. 

In secondo luogo, risultava ormai doveroso procedere in questa direzione in seguito alla scoperta di alcuni eventi accaduti negli anni successivi alla guerra e riportati alla luce recentemente.

L’ultima scoperta

Poco prima della notizia riguardante l’avvio dell’indagine congiunta, è stata resa nota da un giornale groenlandese un’altra tremenda verità sul passato danese nell’isola. Ovvero l’esistenza di un programma di controllo delle nascite che dimezzò la crescita della popolazione

Secondo il governo danese, la popolazione Inuit stava crescendo troppo rapidamente tra gli anni ’50 e ’60, così Copenhagen decise di far impiantare la spirale, uno strumento anticoncezionale, a migliaia di ragazze e bambine senza che loro ne fossero a conoscenza

Le donne coinvolte furono almeno 4.500. Le donne raccontano che il dispositivo venne loro impiantato durante visite di “routine”, e che nessuno spiegò loro di cosa si trattasse e nemmeno chiesero loro il permesso. Le vittime di questa violenza raccontano anche di aver provato forti dolori, e molte non sono state più in grado di avere figli. 

La pratica continuò fino alla metà degli anni ’70, non solo in Groenlandia, ma anche in Danimarca fra le studentesse della comunità

Esperimento sociale

L’indagine congiunta, sostengono i due primi ministri, avrà l’obiettivo di fare luce sul programma di controllo delle nascite, ma anche su altre violazioni dei diritti. Come per esempio l’esperimento sociale avviato negli anni ’50, che coinvolse 22 bambini tra i sei e i dieci anni. Questi vennero separati dalle proprie famiglie Inuit, e portati in Danimarca per essere educati agli usi e costumi europei.

L’intento era di riuscire a facilitare, una volta diventati adulti, la “modernizzazione” della colonia artica. I bambini che tornarono in Groenlandia furono sedici, i quali, da quel momento, vissero in un orfanotrofio per preservare le abitudini e la conoscenza della lingua imparate in Danimarca. 

Bambini Inuit groenlandesi incontrano la Regina Ingrid, nel 1951. Fonte: Save the Children Denmark

In realtà si era verificato un passo avanti nella riconciliazione già in seguito alla scoperta di questa vicenda, quando l’allora primo ministro danese si era scusata ufficialmente per quanto commesso dal proprio Paese in passato. I precedenti governi avevano ritenuto semplicemente non fosse loro responsabilità. 

Verso la riconciliazione?

Può la semplice fornitura dei fatti e delle cifre arginare una così grande ferita? Pare che al momento il fatto abbia portato solo più amarezza e rabbia tra la popolazione groenlandese. Ma è sicuramente positivo che le indagini siano ora pubbliche e dettagliate e che ci sia la volontà concreta della Danimarca di “rimediare” al proprio passato. 

Giulia Sacchi

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Giulia Sacchi

Mi sono laureata in Scienze Internazionali ed Istituzioni Europee presso l'università statale di Milano, dove tutt'ora sto continuando con la magistrale in Scienze Politiche e di Governo. Ed è proprio grazie ai miei studi che mi sono appassionata a tutto ciò che è Artico.

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