La rubrica settimanale da Bruxelles che raccoglie gli appuntamenti da segnare in agenda e offre uno spunto di riflessione per la settimana.
Secondo i dati Eurostat, il 10.6% della popolazione in Unione Europea, 48 milioni di persone, non ha potuto riscaldare adeguatamente la propria casa nel 2023. Mentre l’Europa è stretta in una morsa di caldo estremo, parlare di riscaldamento può sembrare fuori stagione eppure c’è, eccome, un fil rouge tra quel dato Eurostat e il fatto che il mese appena trascorso sarà, con ogni probabilità, battezzato il giugno più caldo mai registrato.
Il fil rouge è la povertà energetica, la condizione in cui un nucleo famigliare non ha i mezzi per accedere all’energia necessaria a soddisfare i propri bisogni essenziali, quali riscaldare e raffreddare gli spazi in cui abita. La povertà energetica è una condizione sfaccettata su cui incidono non solo il reddito disponibile, ma anche l’efficienza energetica dello stock immobiliare e naturalmente l’esacerbarsi delle spese energetiche in condizioni di temperature estreme (basti pensare che secondo il think tank energetico Ember, durante i giorni più torridi di giugno, i picchi della domanda hanno portato i prezzi dell’elettricità oltre i 400€/MWh).
A intersecare la dimensione della povertà energetica è anche l’eterno divario tra città e campagna. Un nuovo report Joint Research Centre della Commissione Europea sulla situazione delle zone rurali dell’UE (caratterizzate da redditi medi più basso rispetto alle aree urbane) ha evidenziato rischi più elevati di povertà energetica in queste aree, che tuttavia, presentano anche maggiori opportunità per l’efficientamento degli edifici e l’installazione di rinnovabili.
Se, in maniera squisitamente democratica, il troppo caldo/freddo è troppo caldo/freddo per tutti, prendere in considerazione la dimensione della povertà energetica permette di riconoscere esperienze drasticamente diverse delle stesse temperature, in cui il reddito è un fattore determinante. Alleviare la povertà energetica è dunque un tassello fondamentale per delle politiche giuste oltre che efficaci.
Annalisa Gozzi
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