Europa

Prospettiva Bruxelles, mese corto agenda piena

La rubrica settimanale da Bruxelles che raccoglie gli appuntamenti da segnare in agenda e offre uno spunto di riflessione per la settimana. 

Appuntamenti da tenere d’occhio:

  • 10-13 febbraio: Sessione plenaria del Parlamento Europeo con diversi temi caldi in agenda. Il primo punto all’ordine del giorno riguarda alcuni emendamenti al rapporto del Comitato ECON sul Report annuale 2024 preparato dalla Banca Centrale Europea, la cui pubblicazione è prevista per Aprile 2025. Nella giornata di mercoledì si discuterà anche del Programma di lavoro della Commissione per il 2025 e del nuovo “Competitiveness Compass” presentato da Ursula Von der Leyen a fine gennaio.
  • 10 – 12 febbraio: Meeting di due giorni tra Bruxelles a Mechelen (Belgio) organizzato dal progetto LIFE-IP C-MARTLIFE per esplorare le ultime innovazioni nel campo della riduzione e il riuso dei rifiuti da plastica. L’evento vedrà il coinvolgimento di diversi progetti sotto l’egida del programma LIFE e offrirà l’opportunità per riflettere sui buchi legislativi dell’UE in materia.
  • 11-13 febbraio: Ottava edizione della Conferenza Europea sui Risultati di Progetti di Ricerca sul Trasporto Stradale (RTR 2025), a Bruxelles. Durante la conferenza saranno esposti i principali risultati e gli impatti attesi dei progetti fondati dai programmi Horizon 2020 e Horizon Europe, e si discuterà delle prospettive della ricerca sui trasporti, settore chiave della transizione ecologica. Alcune sessioni saranno disponibili in live streaming.

Diamo i numeri: +1.75°C

Nel 2025 il mese di gennaio è stato 1.75°C più caldo della media per lo stesso mese tra il 1850 e il 1900, con un aumento di 0.09°C rispetto al 2024 (precedentemente detentore del record per il gennaio più caldo). Lo scorso anno questo tipo di notizia si è ripetuta al punto da diventare quasi un rumore bianco, fino alla conferma che il 2024 è stato l’anno più caldo di cui abbiamo memoria nei dati. Tuttavia, il bollettino di gennaio ha colto di sorpresa la comunità scientifica. 

Questo perché nello stesso mese ha avuto inizio la fase “fredda” del ciclo meteorologico naturale ‘El Niño-Southern Oscillation’ (ENSO) durante la quale le temperature superficiali della zona centrale e orientale dell’Oceano Pacifico equatoriale si spostano verso valori più freddi rispetto alla media a lungo termine. Normalmente questo fenomeno dovrebbe mitigare l’aumento delle temperature, ma i dati registrati da Copernicus Climate Change Service hanno mostrato un rallentamento della transizione tra la fase “calda” El Niño e la fase opposta, “fredda” de La Niña, in particolare nella fascia orientale del Pacifico equatoriale.

A spiegare un gennaio “più caldo del previsto” contribuiscono anche le temperature estreme, o comunque superiori alla media, che persistono nelle altre regioni oceaniche del globo e, paradossalmente, la riduzione dell’albedo dovuta alla riduzione dell’inquinamento atmosferico da zolfo, secondo un recente studio che porta anche la firma del luminare James E. Hansen

Annalisa Gozzi

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Annalisa Gozzi

Sono una studentessa del Master in Environmental Policy all’Università Sciences Po di Parigi. Sono appassionata di comunicazione e cerco di rendere il tema del cambiamento climatico accessibile nella sua complessità.

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