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La strategia del Canada per l’Artico

Cinque Paesi costieri. Russia, Stati Uniti, Norvegia, Danimarca e Canada. La questione territoriale dell’Artico è sufficientemente semplice e chiara. Questi cinque attori regionali sono gli unici a poter decidere cosa e come succederà nell’area nel prossimo futuro. Ma è pur vero che tanti, tantissimi altri Stati cercano un’influenza più importante nella regione.

Il Canada ha un territorio sterminato e perlopiù disabitato. Dei suoi 9.985 milioni di chilometri quadrati, quasi 4 si trovano nei “Northern Territories”, e in queste aree sconfinate risiedono circa 122.000 persone, a fronte di oltre 37 milioni di abitanti di tutto il Canada. Oltre 160.000 chilometri di coste aggiungono cifre suggestive alla questione, anche grazie alla presenza di circa 36.000 isole dell’arcipelago canadese a Nord.

Secondo The Arctic Institute:

Definire l’Artico canadese non è un compito facile. Le mappe pubblicate dal governo canadese mostrano un confine che si insinua lungo il 60 ° parallelo nord, si tuffa improvvisamente a Sud lungo le rive della baia di Hudson, per poi tornare a terra mentre attraversa il nord del Quebec e il Labrador. Questa massiccia striscia di terra rappresenta oltre il 40% della massa continentale del Canada e il 25% dell’Artico globale. Le sue dimensioni comprendono una sorprendente diversità geografica, che va dalla regione Innuitiana dell’Alto Artico allo scudo canadese roccioso nel Nunavut fino alla bassa tundra delle pianure costiere dell’Artico. In generale, può essere diviso in due zone: l’Artico e il subartico. Il primo è caratterizzato da permafrost, tundra artica e deserti polari alle alte latitudini, mentre il secondo si trova a sud del limite del bosco e consiste in grandi foreste boreali. Mentre le temperature inevitabilmente cambiano estendendosi su un’area così ampia, il Nord del Canada è generalmente caratterizzato da inverni freddi, con medie che vanno da -20 ° C a -35 ° C e estati relativamente miti che vanno da 10 ° C a 25 ° C.

Nonostante il fatto che sia la biodiversità sia le comunità nel Nord del Canada siano minacciate dai cambiamenti climatici, la storia del governo sulle questioni ambientali è come una partita a scacchi. Nell’ultimo decennio il governo federale canadese ha ritirato l’accordo di Kyoto, ridotto i finanziamenti ai programmi di ricerca, ridotto gli obiettivi di cambiamento climatico e promosso lo sviluppo delle sabbie bituminose dell’Alberta. I negoziatori canadesi sono persino stati accusati di aver bloccato i colloqui sul clima a livello internazionale. Ciò è in netto contrasto con le iniziative progressiste intraprese da diverse province – in particolare la B.C., il Québec, e precedentemente l’Ontario – che hanno sviluppato iniziative fiscali sul carbonio, hanno enfatizzato l’energia verde e hanno persino firmato accordi con gli Stati Uniti senza il governo federale. […] Nonostante il suo continuo sostegno all’industria petrolifera dell’Alberta, il governo canadese ha allo stesso tempo stanziato fondi per l’energia pulita e rinnovabile e ha dimostrato la volontà di proteggere cooperativamente l’ambiente artico: tra l’altro, in una dichiarazione congiunta del 2016 con l’amministrazione statunitense in uscita , Il Canada, desideroso di migliorare la propria immagine ambientale, ha dichiarato il congelamento delle nuove licenze di petrolio e gas nelle sue acque artiche.

Un documento della NATO Strategic Communications Centre of Excellence fa il punto sulla situazione dell’artico canadese e sulla strategia complessiva di Ottawa. Secondo il centro di ricerca accreditato dalla NATO: “Esercitare la sovranità nazionale e promuovere lo sviluppo delle risorse sono spesso considerati i due capisaldi del Canada per quanto concerne la sua Strategia artica. Tuttavia il cambiamento politico canadese vede anche un cambio di passo per quanto riguarda l’attenzione mediatica del governo canadese nei confronti dei Territori del Nord e dell’Artico canadese“.

Da pivot internazionale per la gestione della regione, il Canada si sta ritagliando una figura diversa sulla scena globale. Interlocutore internazionale in fatto di sostenibilità e di attenzione ambientale, ma anche grande assente per quanto riguarda una strategia chiara per il futuro della zona. L’Amministrazione Trudeau sta ancora dando forma alla sua strategia sulla questione, anche se la volontà pare quella di includere nel processo le comunità presenti.

Stando ancora al report:

Mentre l’identità artica del Canada ha tradizionalmente legato l’idea di un’anima nordica con secoli di abitazione nell’Artico, l’immagine che il Canada ha di sé stesso appare molto diversa negli ultimi anni. L’Amministrazione Trudeau si è dimostrata entusiasta nel dipingere il Canada come leader mondiale nello sviluppo artico. Ottawa si è posizionata come responsabile della governance artica anche a livello di ricerca scientifica. E questo risultato è stato ottenuto puntando molto sui sistemi di regolamentazione e cogestione per rafforzare l’immagine di un Paese che conosce profondamente la dimensione artica.

La popolazione Inuit è certamente interessata agli sviluppi della strategia canadese, essendo parte integrante della comunità dei residenti nei Territori del Nord Ovest. Nunavut, infatti, è il territorio canadese più settentrionale e più vasto, grande quanto tutta l’Europa occidentale. Solo che è abitato da non più di 38.000 persone.

I documenti ufficiali del governo canadese recitano:

Il 20 dicembre 2016, il primo ministro Justin Trudeau ha annunciato che un nuovo Arctic Policy Framework sarà co-sviluppato in collaborazione con i partner indigeni, territoriali e provinciali per sostituire la Strategia settentrionale del Canada (2009) e la Dichiarazione sulla politica estera artica del Canada (2010) .

This process builds on the commitments made in the US-Canada Joint Arctic Leaders’ Statement and will be informed by Mary Simon’s reports from the Shared Arctic Leadership Model Engagement. The Government of Canada recognizes the extensive work that has already been undertaken by our key partners in developing the priorities for their respective regions. This process will build upon rather than replace this important work.

Canada is an Arctic nation and it recognizes that the Arctic region requires shared leadership. As the federal government determines its priorities for the coming years, it will work closely with Arctic residents and governments to ensure their views and priorities are at the forefront of policy decisions affecting the future of the Canadian Arctic and Canada’s role in the circumpolar Arctic. The new federal policy framework will be developed to reorganize and reprioritize federal activities in the Arctic. The framework is intended to increase partnerships and collaboration between the federal government, Indigenous peoples and territorial and provincial governments.

The framework will apply to:

  • Yukon
  • Northwest Territories
  • Nunavut
  • Inuit Nunangat
  • the Nunatsiavut region in Labrador
  • the territory of Nunavik in Quebec
  • northern Manitoba, including Churchill

A number of themes have been identified, which may be refined through discussions with our partners:

  • comprehensive Arctic infrastructure
  • strong Arctic people and communities
  • strong, sustainable and diversified Arctic economies
  • Arctic science and Indigenous knowledge
  • protecting the environment and conserving Arctic biodiversity
  • the Arctic in a global context

Per maggiori dettagli sulla strategia artica canadese: Canada Arctic Policy

 

 

 

 

Leonardo Parigi © Tutti i diritti riservati

Leonardo Parigi

Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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