Con 150 jet da combattimento e aerei di supporto, 14 nazioni pronte per massicce esercitazioni dell’aeronautica nordica.
L’ultima volta, Arctic Challenge si presentava come un’esercitazione congiunta di routine per la difesa e la sicurezza dell’area nordica. Oggi, dopo un anno di guerra in Ucraina e l’ingresso di Finlandia (attuato) e Svezia (in corso d’opera) nella NATO, la situazione è differente.
Arctic Challenge 2023 è un’esercitazione congiunta delle aeronautiche che prenderà il via il 29 Maggio, coinvolgendo circa 150 velivoli di 14 diversi Paesi, insieme alle forze dell’Alleanza Atlantica. Con oltre 3.000 unità di personale coinvolte, l’esercitazione sarà gestita da quattro diverse basi: Ørland in Norvegia, Kallax in Svezia, e Rovaniemi e Pirkkala in Finlandia.
Le missioni si svolgeranno nei cieli dei tre Paesi nordici fino al 9 Giugno, impiegando anche gli F-35 italiani. Lo spazio aereo considerato per l’iniziativa sarà compreso tra i confini con la Russia a Est e il Mare di Norvegia a Ovest.
La NATO schiererà alcuni velivoli AWACS come piattaforme di comando e controllo radar. Gli Stati Uniti e l’Italia arriveranno con gli F-35 e la Cechia si unirà con gli aerei JAS Gripen. Circa 50 aerei sono destinati a volare dalla base aerea di Ørland, di cui da 6 a 10 saranno F-35 norvegesi. Altre nazioni partecipanti distribuiscono i loro caccia e velivoli di supporto nelle basi in Svezia e Finlandia.
Le nazioni nordiche hanno già circa 40 sessioni di addestramento congiunte all’anno e sono in corso trattative per un comando aereo congiunto ora che la Finlandia è entrata a far parte della NATO e la Svezia è alle porte dell’Alleanza.
Il 2023 è il primo anno in cui la base aerea di Ørland vicino a Trondheim sarà il centro operativo per il contributo norvegese all’esercitazione. Con l’eliminazione graduale dell’F-16, la base aerea di Bodø all’interno del circolo polare artico è stata chiusa lo scorso anno e la maggior parte dei nuovi F-35 vola fuori dall’Ørland. La Norvegia parteciperà all’esercitazione con F-35 Lightning II e NASAMS III.
Leonardo Parigi
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