Europa

Prospettiva Bruxelles, cosa succede mentre guardiamo altrove

La rubrica settimanale da Bruxelles che racconta le tre notizie principali degli ultimi giorni dal cuore dell’Unione Europea.

Marzo (di nuovo) record di temperatura

Mentre l’attenzione globale era catalizzata dagli attacchi commerciali del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dalla risposta di Xi Jinping e dell’Unione Europea, e poi dal blocco temporaneo della maggior parte dei dazi annunciati, il riscaldamento globale non si è distratto. Le emissioni di gas a effetto serra, infatti, hanno il brutto vizio di continuare a destabilizzare il clima globale a prescindere dagli sghiribizzi dei leader mondiali più folkloristici.

Il marzo appena concluso è stato (di poco) il secondo più caldo mai registrato a livello globale e il più caldo mai verificatosi in Europa. La temperatura media del vecchio continente è stata di 2.41°C superiore alla media del mese di marzo tra il 1990 e il 2020. È stato allo stesso tempo il marzo più secco degli ultimi 47 anni in alcune zone d’Europa, come il Regno Unito, e il più piovoso in altre, tra cui la Penisola Iberica e i Balcani. 

Crediti: C3S/ECMWF.

Prima tassa globale sulle emissioni navali di carbonio

È in corso a Londra il meeting del Comitato per la Protezione dell’Ambiente Marino dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO). L’incontro, iniziato lunedì scorso, dovrebbe concludersi con una decisione finale su una prima storica tassa globale sulle emissioni delle spedizioni marittime. Un regolamento finalizzato a raggiungere l’obiettivo dichiarato di emissioni nette zero “circa entro” il 2050 era previsto in agenda dal 2023. 

Vista l’impronta colossale del settore e la sua natura internazionale, un tale risultato sarebbe decisamente storico. Oltre 60 paesi, guidati dagli stati insulari del Pacifico, supportano la definizione di un prezzo fisso per tonnellata di carbonio emesso, e il settore è largamente a favore. Cina, Brasile e Arabia Saudita, invece, spingono per un sistema di scambio di crediti.  Gli Stati Uniti dal canto loro, hanno fatto sapere per posta (in una lettera visionata da POLITICO) che non accetteranno alcun accordo ambientale che addossi loro un peso considerato “ingiusto”. 

Stop alla dispersione di pellet di plastica

Consiglio e Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio su un nuovo regolamento per migliorare la gestione dei cosiddetti pellet di plastica lungo la tutta filiera, ovvero le materie prime industriali utilizzate per realizzare prodotti in plastica, ed evitarne la dispersione nell’ambiente. 

Il regolamento riguarda tutti gli operatori e trasportatori che gestiscono volumi significativi, con grande peso del settore marittimo responsabile del 38% di tutti i pellet trasportati in UE nel 2022, con norme precise per le operazioni di bonifica in caso di incidenti. La stringenza degli obblighi varia, sempre in nome della semplificazione, a seconda dei volumi gestiti: oltre le 1500 tonnellate annue, sarà necessario ottenere un certificato specifico da un ente terzo indipendente. Una volta approvato da entrambe le istituzioni, il regolamento verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore dopo due anni. 

Annalisa Gozzi

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Annalisa Gozzi

Sono una studentessa del Master in Environmental Policy all’Università Sciences Po di Parigi. Sono appassionata di comunicazione e cerco di rendere il tema del cambiamento climatico accessibile nella sua complessità.

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