ArcticSpace

La “Arctic Strategy” della U.S. Air Force

«L’artico, come lo spazio, sta diventando una zona affollata»: così il Generale Jay Raymond a capo della neonata U.S. Space Force (quella vera, non quella di Netflix) ha commentato la pubblicazione della nuova Arctic Strategy da parte della Difesa statunitense, nello specifico della Air Force.

 

Tra il ghiaccio e lo spazio

Durante la presentazione dell’Executive Summary rilasciato al pubblico nel corso di un evento virtuale dell’Atlantic Council, Raymond aggiunge che ci sono tanti parallelismi tra artico e spazio; per lo spazio, commenta il Chief of Space Operations, quella artica «è una strategia molto importante». Perciò, è obiettivo primario degli Stati Uniti evitare conflitti nello spazio come in artico.

Il documento vede la firma della Direttrice della U.S. Air Force Barbara Barrett: secondo la Strategia, sarebbe proprio l’Aeronautica Militare ad avere un particolare interesse nella regione artica, più degli altri dipartimenti militari, e con interessi e specifiche “equities” – traduciamolo pure con capitali di proprietà, considerando anche le spese e gli investimenti nelle basi operative – concentrate soprattutto tra Alaska e Groenlandia.

La partecipazione della Space Force alla presentazione del documento non è casuale. La Strategia Artica vede un chiaro e diretto coinvolgimento infatti del nuovo braccio spaziale della difesa a stelle e strisce.

 

La nuova linea strategica

Per di più, questa Strategia Artica si inserisce in una serie di documenti rilasciati dall’ecosistema del Pentagono. Su tutte: la National Defense Strategy del 2019 e la Defense Space Strategy di giugno 2020, che hanno alcuni elementi ricorrenti.

Fonte: National Geospatial -Intelligence Agency

Innanzitutto aggiornano strategie precedenti con l’obiettivo di dare continuità alle politiche, nel caso l’Amministrazione rimanga la stessa, ma soprattutto nel caso le elezioni portino ad un cambio della guardia alla Casa Bianca. I documenti spesso si fondano su “obiettivi” e “linee di impegno”, e le strategie nascono inoltre per rispondere a un’ambiente strategico in veloce cambiamento, e si propongono quindi di potenziare la “power projection” degli Stati Uniti.

Poi, i documenti strategici adottano un linguaggio diplomatico forte e non si preoccupano di puntare il dito verso diretti competitors e avversari, Russia e Cina. E infine le strategie non vedono una larga partecipazione da parte di altri Dipartimenti (Energia? Ambiente? CIA?), ma rimangono appannaggio della Difesa, inquadrando un certo tipo di leadership solitaria e fiera di esserlo, che guarda alla cooperazione come spazio vuoto da colmare e vantaggio competitivo.

 

Una costellazione di basi militari

La componente spaziale della Strategia Artica passa prima di tutto dalle basi operative: su tutte la Clear Air Force Station in Alaska e la Thule Air Base agli estremi nord groenlandesi. Da qui si monitorano i lanci di missili, che siano lanci satellitari o prettamente militari, e si tracciano e controllano i satelliti in orbita.

Tuttavia, avverte la Direttrice Barrett, Artico e Spazio non sono più “sfere necessariamente pacifiche” per via della crescente competizione cinese e della presenza militare russa. Perciò la Strategia individua tre obiettivi e quattro linee di azione.

In questo contesto, il documento è molto chiaro: lo spazio è riconosciuto come strumento che riduce la necessità di una presenza fisica nel difficile ambiente artico, ma la cui importanza non deve essere più sottostimata o presunta. Pertanto la Space Force è responsabile di:

  • Lavorare a stretto contatto con alleati, partner e attori privati per stabilire relazioni e coltivare obiettivi comuni sia per l’Artico che per lo Spazio;
  • Sviluppare nuove tecnologie e modernizzare gli asset esistenti necessari ad avere accesso allo spazio e libertà di operazione;
  • Concepire capacità per mitigare e prevedere “environmental disturbances” nella regione artica, un linguaggio diplomatico che suggerisce disordini relativi al contesto geopolitico della regione e non al clima. Pperaltro, la Strategia non contiene le parole “climate change”, a cui invece ci si riferisce usando perifrasi e sfruttando appunto l’ambivalente “environment”.

 

Pubblico e privato per il futuro

The Arctic is among the world’s most strategically significant regions – the keystone from which the U.S. Air and Space Forces exercise vigilance. BARBARA BARRETT

A breve termine dunque, ci si potrà attendere che la dinamica politica di acquisizione della Space Force porti a risultati concreti in merito a satelliti di comunicazione.

In questa prospettiva, tra gli alleati la Norvegia e il Canada restano al primo posto per possibili cooperazioni. Importanti novità potrebbero arrivare invece per quanto riguarda gli attori privati: SpaceX con la costellazione in orbita bassa terrestre Starlink sono in pole position per lanciare una piccola rivoluzione nel campo delle comunicazioni, anche per regioni remote.

Giancarlo La Rocca | Leggi anche “#ArcticSpace, occhi (satellitari) sull’Artico

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Giancarlo La Rocca

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