Ambiente Artico

COP27, entro il 2050 estati senza ghiaccio nell’Artico

La conferenza sul clima del 2022, che si chiuderà in ritardo a causa di una mancata decisione politica di peso, certifica i peggiori dati previsionali per il ghiaccio artico.

Un’estate mediterranea

Nei giorni di apertura della Cop27, la International Cryosphere Climate Initiative (Iccinet) ha portato in visione ai più alti relatori della conferenza lo Stato della criosfera 2022, ovvero una previsione di ciò che potrebbe avvenire da qui a pochi anni. Va detto e sottolineato come i dati ambientali e climatici che presentano un futuro fosco o apocalittico sono ben lontani da essere un qualcosa di nuovo, in queste circostanze.

Tuttavia, la continua progressione verso un punto di non-ritorno per le emissioni inquinanti e – soprattutto – verso un’accettazione complessiva di solo vaghe promesse ecologiche, non possono far altro che farci leggere i dati in maniera sempre più allarmante.

Nel concludere il lavoro sul rapporto, il parere dell’ICCINET è tombale: la perdita di ghiaccio marino estivo in Artico è inevitabile a questi ritmi, e accadrà ben prima del previsto 2050. Uno scenario ancora peggiore di quello presentato a Glasgow lo scorso anno, per Cop26.

Il grande fango artico

Se a marzo sono state registrate temperature di oltre 40 gradi sopra la norma in Antartide, così la Groenlandia ha fatto registrare, sia in primavera sia in estate, temperature decisamente fuori dal normale.

Attività che si muovono con impressionante velocità, modificando radicalmente le abitudini degli abitanti locali. E mettendo a serio rischio l’ambiente così come lo conosciamo oggi.

Il massiccio rilascio di metano dovuto allo scongelamento del permafrost diventa così una variabile impossibile da prevedere, che va ad aggravare ulteriormente il quadro ambientale e climatico.

Più si scioglie il permafrost, infatti, più rischiano di comparire nuove pandemie, re-introducendo nell’atmosfera virus e batteri congelati nel terreno da migliaia di anni.

Ma non solo, perché il rilascio di metano nel Mar Glaciale Artico e dal terreno che diventa melmoso, potrebbe generare un gigantesco circolo vizioso.

“Questo evento è fuori da qualunque esperienza umana moderna: l’oceano Artico non è mai stato privo di ghiaccio sicuramente per almeno 8.000 anni e probabilmente per 125.000 anni” ha affermato Robbie Mallett, ricercatore sul ghiaccio marino artico della University college of London. “Gli impatti e i feedback a livello globale saranno pericolosamente imprevedibili”.

Questa mappa mostra il permafrost terrestre e sottomarino nell’emisfero settentrionale, ed è stata prodotta nel 2020 nell’ambito del progetto di ricerca Nunataryuk. Fonte: www.grida.no/resources/13519

Leonardo Parigi

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Leonardo Parigi

Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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