Russia

Dai Variaghi a Putin. Il tesoro della terra delle tenebre

La Rus’ di Kiev e l’Artico: l’importanza del traffico delle pellicce artiche per la crescita e l’affermazione del primo Stato russo.

Il commercio nel X secolo

Prima dell’avvento dei Variaghi e prima che il primo Stato russo fosse fondato, la zona artica dell’Europa, che corrisponde grossomodo alla parte settentrionale della Russia odierna – la Carelia e la penisola di Kola, principalmente –, alla Finlandia e alla parte settentrionale di Norvegia e Svezia, era abitata da tribù di cacciatori e raccoglitori finnici e sami. Questi intrattenevano relazioni commerciali con gli abitanti della Scandinavia, con quelli delle coste del Mar Baltico e con le popolazioni slave della pianura.

Una famiglia Sami fotografata ai primi del ‘900 nel nord della Norvegia (foto: flickr.com/tonynetone)

Nel corso del IX e del X secolo i Rus’, nonostante i problemi politici che li contraddistinguevano, divennero una delle popolazioni più attivamente impegnate nel commercio delle pellicce animali verso tutti gli angoli del mondo conosciuto. Una storia, quella del commercio delle pelli, raccontata anche nel libro “Il tesoro della terra delle tenebre” di Janet Martin. A quel tempo, i Rus’ di Novgorod si spingevano via fiume fino al mercato della città di Bolgary per vendere le richiestissime pellicce degli scoiattoli artici, dei lupi, delle volpi bianche e degli zibellini.

Dai ghiacci del Nord alle acque del Volga

Bolgary, che sorgeva nelle vicinanze dell’odierna Kazan’, era un’importante piazza commerciale medioevale, capitale di un khanato noto come “Bulgaria del Volga”. Da qui si snodava il mercato delle pellicce che univa l’Europa, l’Asia e il mondo musulmano. La città si trovava infatti sul fiume Volga, fondamentale arteria commerciale e via di comunicazione dell’epoca. Da Bolgary partivano così le merci dirette verso l’Impero romano d’Oriente e il Khanato dei Cazari, le più potenti formazioni politiche dell’epoca in Europa orientale.

La prima espansione della Rus’ verso le terre artiche fu quindi dettata da ragioni esclusivamente commerciali: i principi russi intendevano assicurarsi il controllo esclusivo del traffico di pellicce, una fonte di guadagni davvero impressionanti. Le preziose pelli venivano sottratte dai Russi, spesso con la forza, ai popoli slavi e finnici sottomessi e poi rivendute a caro prezzo sui mercati europei e asiatici. Nell’espansione verso il Grande Nord, Novgorod non era però la sola Potenza interessata a controllare le popolazioni locali dedite alla caccia e al commercio di pellicce.

L’ascesa dei Rus’

Svedesi e Norvegesi si contendevano con i russi l’egemonia sulle tribù del Nord, in particolare i Sami della Finlandia settentrionale, della Carelia e nella regione di Murmansk. Il commercio delle pelli si svolgeva principalmente sulle vie d’acqua: sul fiume Volga, sul fiume Dnepr e sul mar Nero. Nonostante tutto, non ci volle molto prima che i Rus’, poco dopo essere entrati nel commercio delle pellicce, diventassero la popolazione che ne procurava la maggiore quantità da immettere sul mercato a Bolgary.

Una statua di Yaroslav il Saggio, Gran Principe della Rus’ davanti alla Porta d’Oro a Kiev. Tiene tra le mani un modello della Cattedrale di Santa Sofia, costruita durante il suo regno insieme alle porte. (foto: flickr.com/Brian Woychuk)

Il gran principe Jaroslav il Saggio, per suggellare il dominio russo sulla regione e sulle sue risorse e per creare una sorta di “Stato” cuscinetto che separasse la Rus’ dalla Scandinavia, dove si trovavano i più diretti e pericolosi nemici della Russia di allora, attuò una campagna di conversione forzata delle popolazioni della Carelia alla religione cristiana ortodossa.

L’orda mongola

La strategia, che voleva la presenza di uno “Stato” cuscinetto per garantire la sicurezza della Russia separandola dai propri nemici, reali o presunti, sarebbe rimasta fortemente radicata nella coscienza delle élite russe – e sovietiche – fino ai giorni nostri, tanto da diventare una caratteristica costitutiva della cultura strategica del Paese. L’espansione della confessione ortodossa permise allo Stato russo di esercitare efficacemente la propria influenza sulle regioni a nord del Lago Ladoga e sulle coste del mar Bianco.

Rappresentazione dell’assedio di Kiev contenuta nella Cronaca Illustrata di Ivan il Terribile

Quando Kiev fu conquistata dall’orda mongola nel 1241 Novgorod si trovò indipendente, anche se inserita nel contesto dell’Impero mongolo, potendo espandersi fino all’estremo Nord della penisola di Kola raggiungendo le coste del mare di Barents. Bolgary era stata tra le città distrutte dall’avanzata mongola: vista la fuoriuscita sia di Bolgary sia di Kiev dal mercato europeo delle pellicce e anche grazie alla sua posizione geografica fu quindi Novgorod a prenderne il controllo.

Tommaso Bontempi

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Tommaso Bontempi

Dottore in Relazioni Internazionali Comparate, laureato presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. Sono appassionato di tutto ciò che riguarda l’Europa orientale, dalla storia alla cultura alle lingue. La mia vita si svolge tra l’Italia e la Russia.

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