Stati Uniti

Disgelo fra USA e Russia: ma a quale prezzo?

Gli USA tornano al dialogo con la Russia dopo anni di gelo diplomatico. Le possibilità di cooperazione economica sono al centro del discorso, con un occhio di riguardo nei confronti dell’Artico.

Trump senza freni

Conosciamo Donald J. Trump per il suo approccio diretto e spregiudicato, spesso lontano dalle tradizionali regole della diplomazia e, talvolta, addirittura del buonsenso. Negli ultimi mesi, il presidente statunitense ha dimostrato ancora una volta di non guardare in faccia nessuno, mettendo in discussione alleanze storiche e agendo con l’obiettivo di essere visto come il supremo e ultimo risolutore dei problemi del mondo – del mondo cosiddetto occidentale, naturalmente – che oggi si identificano con i due sanguinosi conflitti in corso in Palestina e in Ucraina.

La nuova amministrazione Trump, oltre a una postura internazionale alquanto spregiudicata, ha adottato una comunicazione altrettanto sorprendente, come si evince da questa immagine postata ieri dall’account ufficiale della Casa Bianca.

Ma non è tutto. Trump ha anche lanciato alcune proposte audaci, se non del tutto assurde, riguardanti l’Artico. Tra queste, anche in barba alla sovranità, quando fa comodo, l’idea di accogliere il Canada come 51° Stato degli USA e quella di acquistare – o addirittura conquistare – la Groenlandia. Dietro queste mosse certamente balzane si nasconde tuttavia un obiettivo ben preciso: accaparrarsi i diritti minerari per lo sfruttamento delle terre rare. L’oro del nuovo millennio, per così dire.

Il vertice di Riad

Proprio in questo contesto, martedì scorso la capitale saudita, Riad, è stata quindi teatro di un evento che non definiamo storico soltanto perché i suoi risultati non sono ancora visibili. Dopo tre anni di gelo diplomatico voluto dall’Amministrazione Biden, che aveva il deliberato intento di isolare la Russia dal mondo a guida statunitense, USA e Russia si sono seduti al tavolo dei negoziati. Non ancora a livello presidenziale, ma i rispettivi ministri degli esteri, Sergej Lavrov e Marco Rubio, hanno avuto un faccia a faccia per aprire un dialogo che potrebbe portare, si spera, alla fine delle ostilità.

L’obiettivo del vertice era chiaramente quello di spianare la strada a futuri negoziati che possano porre fine alla guerra il prima possibile, ma per gli Stati Uniti il vero interesse nel riallacciare i rapporti con la Russia è di natura economica. Le discussioni hanno toccato diversi temi, ma si è insistito in particolare sulle prospettive di cooperazione, con l’Artico come possibile terreno d’incontro.

Ritorno alla cooperazione?

Non a caso, alla riunione era presente Kirill Aleksandrovič Dmitriev, economista e direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti, che gestisce asset per circa 10 miliardi di dollari. Dmitriev ha poi dichiarato a POLITICO che entrambe le parti sembrano interessate a riprendere la collaborazione proprio nell’Artico, come già avveniva fino a pochi anni fa. All’epoca, la russa Rosneft e la statunitense ExxonMobil, due tra le maggiori compagnie petrolifere a livello mondiale avevano infatti già avviato una partnership per l’esplorazione e il potenziale sfruttamento del petrolio nella regione.

A guidare le mosse della squadra Trump sembra essere un pragmatismo spinto dal riconoscimento di un dato di fatto: le perdite subite dalle aziende americane a causa delle sanzioni contro la Russia potrebbero ammontare a ben 324 miliardi di dollari, conseguenza sia dell’uscita dal mercato russo sia delle sanzioni imposte dal governo Biden. Resta da vedere se la volontà di riavviare la cooperazione economica tra le due Potenze sarà uno stimolo sufficiente a chiudere il conflitto, magari perfino a scapito dell’Ucraina, significativamente esclusa da questa primissima fase di negoziati in Arabia Saudita.

Tommaso Bontempi

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Tommaso Bontempi

Dottore in Relazioni Internazionali Comparate, laureato presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. Sono appassionato di tutto ciò che riguarda l’Europa orientale, dalla storia alla cultura alle lingue. La mia vita si svolge tra l’Italia e la Russia.

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