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L’ONU approva il nuovo Trattato per l’Alto Mare

Il nuovo Trattato, che revisiona la legge sul Diritto del Mare, impone che il 30% degli oceani dovrà essere protetto entro il 2030.

La lunga marcia per la protezione dei mari

Sono serviti più di dieci anni di negoziati, ma alla fine la firma è arrivata. Le Nazioni Unite hanno concordato il primo Trattato per la protezione e la salvaguardia degli oceani, mari che non fanno parte dei confini nazionali. Il Trattato dell’ONU appena approvato va a collocare il 30% degli oceani mondiali in aree protette, una quota che oggi è infinitamente più bassa.

Solo l’1% di queste “acque internazionali” è attualmente protetto, mentre due terzi degli oceani mondiali sono attualmente considerate acque di non proprietà statale. Questo significa che in questi immensi specchi acquei tutti hanno il diritto di pescare, fare ricerca e muoversi liberamente, senza considerare normative di protezione ambientale o faunistica.

Secondo le ultime ricerche internazionali sulle specie marine, quasi il 10% degli animali è a rischio estinzione. Secondo l’ultima valutazione delle specie marine, quasi il 10% è a rischio di estinzione, secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN). Il nuovo Trattato, una volta implementato, darà anche il tempo alla fauna ittica di rinnovarsi senza lo stress della pesca selvaggia.

Cosa cambia a livello internazionale

Il Trattato mira anche a proteggere le acque di alto mare da potenziali impatti nocivi dovuti all’estrazione mineraria in acque profonde. L’inquinamento acustico, il danneggiamento dei terreni di riproduzione e lo spostamento dei sedimenti sono i tre maggiori danni diretti dell’estrazione mineraria offshore, e il Trattato andrà a preservare l’ambiente marino anche da questi punti.

Le acque internazionali nell’Artico. Fonte www.researchgate.net / Thomas Van Pelt

E se lo scorso giovedì 2 Marzo l’Unione Europea ha annunciato lo stanziamento di 820 milioni di euro per la protezione internazionale degli oceani, alcune perplessità sono giunte dai Paesi in via di Sviluppo, perché nel testo licenziato dall’Assemblea Generale non viene fatta menzione di un importo di finanziamento specifico. Resterà una lettera d’intenti, con la delega alle singole organizzazioni internazionali?

Il nuovo Trattato revisiona di fatto la Convenzione delle Nazioni Unite per il Diritto del Mare del 1982, UNCLOS, dando quindi poco più di un quinquennio agli Stati di tutto il mondo per impegnarsi sulla protezione degli oceani, con un radicale cambio di passo.

Leonardo Parigi

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Leonardo Parigi

Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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