Con un accordo da 6,1 miliardi di dollari per undici rompighiaccio, gli Stati Uniti affidano alla Finlandia il compito di guidare la rinascita della propria flotta polare, per colmare un divario strategico che dura da decenni.
Gli Stati Uniti hanno concluso con la Finlandia un accordo da 6,1 miliardi di dollari che prevede la costruzione di undici rompighiaccio destinate alla propria Guardia Costiera. Quattro di queste saranno realizzate nei cantieri finlandesi, tra i più avanzati al mondo nel settore, mentre le restanti saranno prodotte direttamente negli Stati Uniti con il supporto tecnico e progettuale di Helsinki.
L’intesa, annunciata dal presidente finlandese Alexander Stubb, va a formalizzare la partecipazione dell’industria navale di Helsinki al programma statunitense per l’ammodernamento della flotta polare, che sembra finalmente essere partito.
Il programma rientra nella strategia di lungo periodo con cui gli Stati Uniti puntano a colmare il divario nei confronti della flotta russa, che resta la più numerosa e potente del mondo. L’obiettivo è quello di creare una rete di capacità integrate e complementari all’interno dell’Alleanza atlantica, che combini il know-how europeo – scandinavo, in particolare – e le risorse statunitensi per garantire una presenza costante lungo le rotte polari.
Con questo nuovo contratto, la maggior parte della produzione sarà localizzata nei cantieri nordamericani, ma le prime quattro unità nasceranno in Finlandia, dove il livello tecnologico e l’esperienza nel settore consentono di garantire standard indubbiamente più elevati. La decisione di coinvolgere la Finlandia risponde quindi a una logica di efficienza industriale.
La Guardia Costiera statunitense da anni opera con una flotta ridotta e obsoleta: attualmente, gli Stati Uniti dispongono di sole due rompighiaccio pesanti operative, un numero palesemente insufficiente a garantire una presenza stabile nelle acque artiche e antartiche. Washington mira quindi a rafforzare la propria capacità di operare lungo le rotte polari e contemporaneamente a consolidare la cooperazione con l’alleato europeo più avanzato nel settore.
L’accordo tra Helsinki e Washington assume quindi un significato strategico che va oltre l’aspetto industriale. Gli Stati Uniti forniscono le risorse finanziarie, ma è solo della Finlandia il valore tecnico: competenze, infrastrutture e una tradizione cantieristica polare quasi senza eguali, mentre Washington tenta di colmare un vuoto che dura da decenni. Se i tempi saranno rispettati, la prima rompighiaccio entrerà in servizio entro il 2028.
L’iniziativa rappresenta inoltre un segnale politico chiaro: mentre la Russia mantiene la più grande flotta rompighiaccio del mondo e la Cina continua a espandere la propria presenza nelle regioni polari, gli Stati Uniti e i loro alleati europei cercano di riaffermare un equilibrio di potere nell’Artico. Le nuove navi non serviranno solo a rompere il ghiaccio, ma anche a costruire una rete di fiducia e interoperabilità tra alleati in un’area che sta rapidamente diventando uno dei principali teatri strategici del XXI secolo.
Tommaso Bontempi
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