Italia

La Politica Estera Italiana e l’Artico: quali obiettivi per il 2024?

Il 6 febbraio 2024 l’Istituto Affari Internazionali ha presentato a Roma l’edizione 2023 del suo annuale Rapporto sulla politica estera italiana.

Quale futuro per l’Italia nel mondo?

Il 6 febbraio 2024 l’Istituto Affari Internazionali ha presentato a Roma l’edizione 2023 del suo annuale Rapporto sulla politica estera italiana, documento che ne evidenzia i tratti salienti e ne individua elementi di continuità e discontinuità rispetto alla consueta azione internazionale del Paese. Presenti all’evento esponenti politici di maggioranza e opposizione, giornalisti, ricercatori ed esperti, per discutere dell’azione di governo in politica estera nell’anno appena concluso, ma anche per provare a delineare opportunità e criticità in prospettiva per il 2024. 

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L’azione di governo di Giorgia Meloni viene definita pragmatica, sia nel riconsiderare il dialogo con Francia e Germania, sia nelle scelte relative alla Legge di Bilancio e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sulla mancata ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità, non vengono registrati danni sui mercati quanto piuttosto un danno reputazionale.

Quello che emerge dall’analisi è l’interlocuzione positiva che si è creata tra il governo italiano e le istituzioni europee. Ciò colpisce gli osservatori internazionali dal momento che tale sviluppo risulta paradossale, se si considera che forze interne alla coalizione governativa promuovono la visione di una “Europa delle patrie” in cui è l’integrazione intergovernativa a primeggiare sul rafforzamento delle istituzioni comunitarie. Compito del governo sarà gestire e far conciliare tali visioni speculari in un’ottica di necessità e interesse nazionale.

La visione della Farnesina

Il convegno è aperto da un messaggio del ministro degli affari esteri Antonio Tajani, in cui vengono menzionate le principali questioni affrontate nell’ambito internazionale da parte del governo di Giorgia Meloni, la cui analisi è presente nel rapporto. Tra queste figurano i rapporti con gli alleati, con le istituzioni europee e con la Cina dopo l’uscita dell’Italia dal Memorandum d’Intesa nel contesto dell’ambizioso progetto infrastrutturale della Belt and Road Initiative.

La posizione del governo rispetto a conflitti e attuali tensioni internazionali. Le dimensioni europea e transatlantica con focus sul sistema di sicurezza, e la strategia verso l’area del Mediterraneo allargato. Le politiche energetiche e climatiche, la questione migratoria. Il 2024 è un anno di particolare importanza per l’Italia, titolare della Presidenza di turno del G7.

E l’Artico?

La regione artica non viene espressamente menzionata, tuttavia è una dimensione che sta interessando progressivamente il settore della difesa e dell’intelligence. Tra gennaio e febbraio 2024 si è svolta l’esercitazione “Volpe Bianca 2024”, con l’obiettivo di addestrare le truppe italiane a potenziali conflitti in contesti estremi come quello artico. Dal 3 al 14 marzo 2024 è invece prevista la partecipazione dell’Italia all’esercitazione “Nordic Response 2024”, che sostituirà la precedente “Cold Response”.

All’esercitazione partecipano oltre 20.000 soldati da 13 paesi della NATO e partner. L’esercitazione avrà il suo punto focale nella Norvegia settentrionale, Svezia e Finlandia, nonché nelle corrispondenti aree dello spazio marittimo e aereo. Nordic Response 2024 si svolge in concomitanza con la prima fase dell’esercitazione NATO da record “Steadfast Defender”, ed è inoltre strettamente integrata con l’esercitazione navale a guida britannica “Joint Warrior”, che si svolge nel mare tra Scozia, Norvegia e Islanda

Questi eventi testimoniano che l’Italia, oltre ai campi della ricerca scientifica e della cooperazione internazionale, ha interessi sempre maggiori nel settore della difesa militare in ambienti estremi, su quelli che si auspica non diventino terreni di scontro.

Giulia Secci

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Giulia Secci

Giulia Secci ha completato il Master in Sviluppo Sostenibile, Geopolitica delle Risorse e Studi Artici della SIOI. È intervenuta come relatrice nel Diploma di Studi Polari dell'Università Complutense di Madrid. Nella sua sua tesi magistrale ha analizzato la politica artica della Repubblica Popolare Cinese.

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