Il Comandante Maurizio Demarte racconta lo stato dei lavori della nuova Nave Quirinale e i prossimi sviluppi del programma High North, fiore all’occhiello della ricerca artica italiana.
Durante l’edizione di quest’anno di Italia Chiama Artico, il festival di Osservatorio Artico che si è tenuto il 25 febbraio a Bologna, abbiamo avuto modo di dare un’occhiata a cosa sta succedendo in ambito Marina Militare e approfondire lo status dei progetti in Artico. Maurizio Demarte, Capitano di Fregata della Marina Militare e Comandante della missione High North, durante il festival ha presentato al pubblico di Salaborsa gli sviluppi sulla nuova unità oceanografica della Marina Militare, la NIOM (Nave Idro-Oceanografica Maggiore), che prenderà il nome di Nave Quirinale.
Abbiamo sentito di nuovo il comandante Demarte, che ormai è di casa qui a Osservatorio Artico, avendoci anche accolti a bordo di Nave Alliance durante le ultime due spedizioni del programma High North, per farci raccontare meglio a che punto è la costruzione della nuova nave e i progetti futuri delle campagne artiche italiane High North.
“La nave sta procedendo molto bene rispetto ai piani iniziali”, ha detto il Comandante Demarte, “allo stato attuale è prevista una consegna intorno ai primi mesi dell’anno 2027. Poco prima di Pasqua sono stati uniti i due primi tronconi di cui sarà costituita la nave. In poche parole, la nave intesa come ‘costruzione di metallo’ è pronta.
“Da adesso in poi inizieranno tutte le fasi di montaggio delle sovrastrutture, dell’albero e poi piano piano tutto il resto degli allestimenti. Molti di questi ulteriori pezzi sono già stati allestiti, come viene fatto anche per le navi commerciali.” Il che comporta, spiega il Comandante, un grosso sforzo dal punto di vista della programmazione iniziale, della pianificazione: la nave deve già essere stata finita di progettare ancora prima di iniziare la costruzione vera e propria.
Prossimo step l’allestimento, al termine del quale, attorno al prossimo marzo, inizierà la messa in acqua della nave. Lì il vero e proprio varo, quando partiranno le fasi dei vari test di accettazione, previste per i primi mesi del 2027, tra cui la Harbour Acceptance Test (HAT) e la Sea Acceptance Test (SAT). La nave prevede inoltre due imbarcazioni ausiliarie, la cui progettazione e costruzione sta iniziando in questi giorni.
La nave avrà la particolarità – rispetto a nave Alliance, utilizzata oggi nelle campagne High North – di una capacità polare voluta dalla Marina per avere una propria autonomia nell’operare ai Poli, sia Sud che Nord, visti anche i recenti sviluppi delle dinamiche geopolitiche che stiamo vivendo oggi e gli interessi geostrategici che tutti i Paesi, inclusa l’Italia, stanno dimostrando in queste aree del pianeta.
Nave Quirinale, una volta ultimata, avrà la possibilità di ospitare a bordo 35 persone, oltre al suo equipaggio, il che dimostra la lungimiranza della Marina nel voler realizzare una nave da ricerca con una grande capacità di collaborare con altri enti e altre istituzioni.
Il programma High North si inserisce perfettamente in quest’ottica di collaborazione. “High North l’abbiamo sempre vista come volontà della Marina di fare un’attività di ricerca condotta insieme ad altri enti”. E questo rimarrà valido anche per quest’anno, racconta Demarte.
La novità di High North25, infatti, sarà proprio la collaborazione con enti quali l’Università di Genova, in particolare il Centro del Mare, l’Università di Roma, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), oltre che alla consolidata partnership con il CNR, ognuno con il proprio progetto da portare avanti.
Il 2025 rappresenta il terzo anno del terzo triennio del programma artico della Marina, traguardo che, come racconta il Comandante, non è per niente scontato nell’ambito della ricerca. “Onestamente ne siamo anche molto orgogliosi, considerando anche che ci hanno già finanziato un nuovo triennio. Noi già pensavamo che tre trienni fossero tanti, ma addirittura arrivare a quattro non ci sembrava vero”, dice Maurizio Demarte, con l’emozione palpabile nella voce. Lui, infatti, il programma High North l’ha visto nascere e crescere sin dal principio.
Il terzo triennio, dunque, si concluderà quest’estate con il rafforzamento della collaborazione con altri enti, già menzionati sopra. In particolare, la partecipazione dell’Istituto Superiore di Sanità rappresenta un traguardo significativo: “Avere l’ISS in Artico con noi vuol dire un’attenzione alla nostra attività sia da parte dello Stato Maggiore, ma soprattutto della comunità scientifica italiana che, reduce dal giro del mondo a bordo di nave Vespucci, punta adesso a coprire anche il Polo Nord”, prosegue Demarte.
Anche la presenza dell’ASI a bordo dell’Alliance sarà significativa. Infatti, l’Agenzia ha ritenuto l’Artico di interesse, e quest’anno sarà a bordo perché, valutata la somiglianza tra l’aggravio psicologico dell’astronauta con quello di un marinaio che è chiuso nella sua nave per tanto tempo, vuole approfondire questi studi, oltre che nei sommergibili, anche in navi che fanno tipi di attività particolari, come possono essere quelle in Artico.
“Questa nuova opportunità per noi è particolarmente stimolante”, conclude Demarte, “perché è una novità, ed è completamente diversa dalle altre collaborazioni. In questo caso si guarderà più alle persone e allo stress di vita a bordo in un ambiente che comunque è impegnativo, piuttosto che all’ambiente in sé”.
L’attività di quest’anno di High North si svolgerà nel mese di agosto, con l’obiettivo di coprire aree che gli scorsi anni a luglio erano ancora coperte dai ghiacci. E noi, come Osservatorio Artico, saremo ancora lì con loro, pronti a raccontarvi tutti i retroscena di questo programma artico made in Italy!
Giulia Prior
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