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High North25, mai così a Nord

La Nave Alliance ha raggiunto gli 82° 18’ N, il punto più a nord mai toccato dalla Marina Militare Italiana, segnando un nuovo record nella sua missione artica “High North25”.

Il più in alto possibile

Coordinate: 82° 18.729’ N; 017° 50.863’ E
Meteo: Sole splendente

La nave Alliance naviga nelle acque artiche ormai da più di due settimane. La rotta della missione High North25 è costruita per conciliare le attività di ricerca, in basi fissate dai vari team di ricerca, e le condizioni meteorologiche. Non è un lavoro semplice, perché ogni attività necessita delle sue condizioni di mare, vento e meteo.
L’area di ricerca si estende sempre di più e ci porta in acque sempre meno esplorate. Sempre oltre e sempre più su. Fino a raggiungere l’ignoto e solcare acque mai solcate dalla Marina Militare Italiana.

© Osservatorio Artico

In queste acque ogni attività, anche la più semplice, diventa più lenta, più faticosa, più delicata. Muoversi sul ponte richiede attenzione continua: le superfici gelano in fretta, il vento è gelido, e ogni attrezzatura va maneggiata con i guanti, con gesti precisi, senza errori. I motori devono essere monitorati più spesso, i sensori tenuti puliti, le comunicazioni controllate di continuo. Il freddo non perdona dimenticanze. Anche solo aprire un portello diventa un gesto da fare con criterio: non si spreca nulla, né calore, né energie.

Ma oggi l’Artico ha deciso di premiarci. Dopo giorni di cielo coperto e orizzonti sfuocati, ci siamo svegliati con una luce pulita, quasi irreale. Sole pieno, aria limpida, visibilità perfetta. Il ghiaccio brillava, il mare era fermo, e per qualche ora è sembrato tutto più semplice, e ancora più bello. E si fa la storia: agli 82° 18.7’ N, la nave Alliance fissa il punto più a nord mai raggiunto dalla Marina Militare Italiana. Per celebrare, ci si raduna a prora per la foto di rito: tutto l’equipaggio, nessuno assente (tranne chi rimane in plancia a governare). Sembriamo tanti per uno spazio non tanto esteso. Ma non lo siamo. Mi rendo conto che ad ogni viso associo un nome e una storia, anche se breve.

© Osservatorio Artico

Una comunità galleggiante

Mi rivengono in mente le parole del Comandante Ottavio Patulli: “La nave è una piccola comunità galleggiante”, di cui ormai conosco i visi e tante storie. “Un po’ più a destra. Un po’ più raccolti”. Messa a fuoco e click. La storia è stata riscritta ed immortalata. Baciati dal sole, si continua a lavorare.

Il RHIB fa su e giù per portare i team di ricerca sui ghiacci, per proseguire i campionamenti.
Oltre al lavoro dell’IIM, per cui escono sui ghiacci il Capitano di Corvetta Samuele Stefanucci e il Capo Sezione Osservazione della Terra dell’IIM, Roberto Nardini, si aggiungono i lavori dell’Istituto Superiore di Sanità.

Salgo con il dott. Fulvio Ferrara e la dott.ssa Eleonora Brancaleone a bordo del RHIB, che ci conduce attraverso i ghiacci. Il paesaggio è mozzafiato. Lastroni di ghiaccio in continuo movimento rendono complesse le operazioni di prelievo del ghiaccio stesso. Alla fine ce la facciamo. I ricercatori dell’ISS riescono a campionare il ghiaccio artico. Ma cerchiamo di capire di più della loro ricerca.

© Osservatorio Artico

Oceani e salute

Il lavoro dell’ISS si svolge nell’ambito del progetto Sea Care, che, avviato oltre due anni fa, esplora il legame tra oceani e salute umana, adottando un approccio sistemico e transdisciplinare. Analizza gli effetti delle attività antropiche e dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini, con particolare attenzione ai rischi associati a inquinanti come microplastiche e PFAS, all’antibiotico-resistenza e alla presenza di microrganismi patogeni negli oceani a livello globale.

Il lavoro condotto in queste acque artiche ha l’obiettivo di valutare quanto esse siano influenzate dalla presenza di contaminanti antropici trasportati fino a queste latitudini, in gran parte dalla Corrente del Golfo, che risale dagli Stati Uniti lungo la costa della Norvegia.

Questa dinamica viene analizzata, ad esempio, attraverso lo studio del genoma dei batteri raccolti nei vari campionamenti e dell’evoluzione delle resistenze agli antibiotici. L’obiettivo, quindi, è studiare l’impatto degli inquinanti antropici, costruire un modello della distribuzione dei contaminanti nell’ambiente marino e sviluppare un indice di impatto antropico utile a favorire politiche di prevenzione della salute umana.

© Osservatorio Artico

Pillola del giorno: Battesimo oltre il Circolo

Il battesimo del mare artico è un incontro crudo con la natura primordiale — un istante di gelo che risveglia ogni fibra del corpo e imprime nell’anima il ricordo del grande nord.

Marco Volpe

Osservatorio Artico © Tutti i diritti riservati

Marco Volpe

La lingua e la cultura cinese sono stati il mio punto di partenza negli anni della laurea triennale e magistrale a Roma. La passione per l'Artico l'ho maturata di pari passo con la crescita dell'importanza geopolitica della regione. Gli studi tra la University of Leeds e la Sioi di Roma mi hanno permesso di approfondirne la conoscenza e di svilupparne le tematiche. E penso che sia un dovere diffondere maggiore consapevolezza sulla rilevanza che l'Artico gioca oggi e nel prossimo futuro.

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