Economia

La Russia apre la rotta di Nord Est per tutto l’anno

Gli obiettivi di Mosca per la Northern Sea Route non si fermano, né per le sanzioni né per i numeri molto lontani dagli obiettivi.

Avanti tutta, nonostante tutto

Il 2024 sarà l’anno della Northern Sea Route. Almeno, questa è l’intenzione della Russia, che ha dato notizia di voler aprire la rotta commerciale a Nord delle sue coste artiche per l’intero anno. Un salto di qualità per una rotta commerciale marittima che, complice la chiusura dei mercati verso Occidente, appare oggi di assai complessa realizzazione.

Eppure, le mire di Mosca sono chiare da tempo. E gli obiettivi che Putin ha fissato per la NSR (80 milioni di tonnellate di merce annue trasportate entro il 2024), per quanto oggi ben distanti dalla realtà, restano scolpiti nelle agende economiche e commerciali dei funzionari.

La rotta marittima di Nord-Est (Northern Sea Route) e la “Polar Route”. Fonte: www.arcticportal.org

“Insieme a Novatek, abbiamo in programma di lanciare la navigazione tutto l’anno nella parte orientale della NSR all’inizio del prossimo anno. Questa è una decisione davvero storica, importante per lo sviluppo dell’intero Artico e di particolare importanza, ovviamente, per l’economia del nostro Paese”, ha dichiarato Alexei Likhachev, CEO di Rosatom, operatore della flotta rompighiaccio a propulsione nucleare della Russia.

Ghiaccio ed energia

I tanti impianti di gas naturale liquefatto (LNG) nell’Artico, sviluppati dalle controllate statali, ora puntano come commercio unico i clienti asiatici. Con lo stallo diplomatico con l’Occidente, la volontà della Russia di utilizzare le sue risorse come ulteriore leva di crescita economica non conosce crisi.

La penisola di Yamal rappresenta il punto di partenza del gas naturale liquefatto (LNG) per una rotta che punta verso le coste asiatiche. E per arrivare a destinazione, i tanker possono contare sulla cosiddetta Northern Sea Route. Nel Giugno del 2020 Novatek – che gestisce l’impianto LNG di Yamal – è riuscita a mettere in mare la sua nave ammiraglia, la Christophe de Margerie, e a farla arrivare a destinazione in soli 12 giorni. 

Scortata da una rompighiaccio nucleare, la nave metaniera ha percorso oltre 2.500 miglia nautiche in un periodo in cui il ghiaccio dovrebbe essere spesso, impedendo dunque la navigazione. La rotta del fiore all’occhiello della flotta Novatek è stato un test, riuscito, per vedere fino a che punto possa arrivare il nuovo tracciato marittimo. Partita il 18 maggio dal porto di Sabetta, la Christophe de Margerie è giunta alle acque dell’Oceano Pacifico il 31 maggio, arrivando poi a destinazione in Cina dieci giorni dopo.

I dubbi e un mercato “drogato”

Nella sua ultima analisi pubblicata su Osservatorio Artico, Andrea Arena afferma:

“Tra l’autunno e l’inverno scorso, diverse navi commerciali sono rimaste bloccate tra i ghiacci dell’Artico, con forte dispendio di risorse al fine estrarre dalle trappole del ghiaccio più di venti navi commerciali sia di bandiera russa che di altre nazionalità. 

L’estensione del ghiaccio marino artico. Fonte: www.arcticcentre.org/

Queste problematiche mettono in evidenza alcuni dei limiti che ancora presenta la NSR, nonostante il continuo sviluppo negli anni di questa infrastruttura. Limiti connessi alle incertezze ambientali ed economici legati a pratiche operative di navigazione non convenzionali. Pochi attori dello shipping globale possono permettersi i rischi di una navigazione artica.

La NSR si espande per la maggior parte in territorio russo dal Mare di Kara allo Stretto di Bering. Tuttavia non del tutto poiché non include il Mare di Barents. In questi anni abbiamo osservato l’espansione dei commerci di petrolio, LNG (Gas Liquefatto), minerali e materie prime specialmente in export. La Russia cercherà di mantenere e anche di aumentare questa tipologia di traffici, specialmente per quanto riguarda i combustibili fossili, sperando di rendere la rotta a Nord Est più affidabile e continuativa durante l’anno. 

Leonardo Parigi

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Leonardo Parigi

Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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